La Stampa, 14 febbraio 2010
Biografia di Ippolito Nievo
1 settembre 1867. È la data di pubblicazione del romanzo Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo, che l’aveva scritto dieci anni prima. Nievo è scomparso in mare nel 1861 nel naufragio di un piccolo e malconcio vapore tra Palermo e Napoli di cui i resti non furono mai ritrovati. Aveva 27 anni e un cospicuo passato letterario, ma la sua fama è dovuta alle Confessioni, romanzo «di formazione» dove il piccolo Carlino racconta le prime esperienze di vita nel castello di Fratta in Friuli. Qui, fra torrette e torrioni, merli e ponti levatoi, è tuttavia dominante l’immensa cucina, la cui descrizione era ritenuta indispensabile dai compilatori di sussidiari. Giustamente, perché Nievo l’arreda con misteriosi chiaroscuri, vasti armadi, un caminetto monumentale e la illustra con memorabili incisioni: di cuoche, servette, preti di vario rango, cavallanti, gente d’armi, sguatteri, una piccola folla in continuo movimento, dove Carlino trova sempre un angolo buio e qualche osso da rosicchiare. È infatti un parente povero dei conti di Fratta che lo tengono per compassione, ma nella vita di questo trascurato monello entra improvvisamente l’amore. La Pisana, figlia della contessa e cugina di Carlino, è una bambina con un paio d’anni meno di lui e diventa la sua crudele e generosa padrona. Ha già tutte le arti seduttive di una donna fatale, capricciosissima, affettuosa, civetta, imperiosa. Carlino subisce i suoi rimbrotti e le sue bizzarrie, si vede preferire certi ragazzetti azzimati dei castelli circostanti, piange di rabbia e gelosia, sopporta, ama. A dieci anni la Pisana è una delle più affascinanti creature femminili della nostra letteratura.
Nievo è sì un letterato ma anche un autentico patriota, un eroe risorgimentale. Alto, bellissimo, semi-trasparente (come egli stesso si definisce), è uno di quegli uomini di penna e d’azione non rari nella nostra storia. Combatte con Garibaldi nella Seconda guerra di indipendenza e quando ha notizia che il Generale tenterà una spedizione in Sicilia non esita a presentarsi a Quarto. Gli viene affidata la cassa del piccolo esercito, quarantamila lire. Della lunga traversata ci ha lasciato note telegrafiche fino allo sbarco a Marsala. Lo scontro di Calatafimi, dove con grande ansietà deve abbandonare la sua cassetta nell’accampamento per prendere lo schioppo e correre all’assalto; il mese di marce e contromarce diurne e notturne stanno in poche righe. Combatte a Palermo, viene nominato colonnello, comincia una guerra estenuante coi burocrati scesi da Torino. Il Generale è accusato di finanza allegra e Nievo è costretto a stendere minuziosissimi e impeccabili rendiconti. Gli concedono una licenza nell’amato Friuli, torna a Palermo, mette a punto le ultime precisazioni contabili e pur di andarsene s’imbarca su quella carretta inaffidabile. E scompare per sempre.