La Stampa, 7 settembre 2015
L’Italia di Conte ha trovato in Graziano Pellè il leader d’attacco su cui poggiare lo sviluppo della manovra offensiva. È di quei centravanti, Pellè, che se fan gol ovviamente è meglio. Ma se non lo trovano, sono comunque il punto di riferimento avanzato su cui appoggiarsi per avanzare, riavendone in cambio palloni puliti e profondi. È questa la sorpresa, il valore aggiunto
Il portiere, il regista difensivo, quello di centrocampo, e un centravanti. È la spina dorsale di ogni squadra che si rispetti, secondo una concezione antica finché si vuole ma pur sempre di grande attualità. L’Italia di Conte ha il portiere che sappiamo, decisivo anche ieri sera per celebrare la sua 150° maglia azzurra, e un ottimo centrale come Bonucci. Non ha più il suo storico totem di centrocampo, perché Pirlo rappresenta il passato e Verratti (a parer suo) non è ancora il futuro, ma ha trovato in Graziano Pellè il leader d’attacco su cui poggiare lo sviluppo della manovra offensiva. È di quei centravanti, Pellè, che se fan gol ovviamente è meglio. Ma se non lo trovano, sono comunque il punto di riferimento avanzato su cui appoggiarsi per avanzare, riavendone in cambio palloni puliti e profondi: di prima, che è il vero valore aggiunto di un centravanti di manovra. Ed è questa la sorpresa, il valore aggiunto. Perché che Pellè fosse un ariete si sapeva. Che sapesse cavarsela al meglio di testa, e magari di braccio, nelle zone calde dell’area come con Malta pure. Ma che avesse i piedi abbastanza morbidi per fare l’elastico, venendo incontro a ricever palla e ridandola al volo in profondità, lo si era sinora intravisto prima di scoprirlo una volta per tutte ieri sera a Palermo. Tant’è vero che come già tre giorni prima a Firenze è stato lui, sinché ha avuto fiato, il migliore degli azzurri.
In generale, una partita assai più convincente della precedente (anche perché i bulgari sono ancor più modesti dei maltesi) ma alla fine risolta anche questa con il minimo scarto. La qualificazione è a un passo, e questo innanzi tutto contava. Poi, con la lente d’ingrandimento, a proposito di Nazionale figlia di nessuno si potrebbe anche osservare che due arbitraggi casalinghi di fila non guastano mai.