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 2015  settembre 07 Lunedì calendario

Il turismo della terza età in Italia si è diffuso da poco, con le ultime o ultimissime leve dei pensionati, quei fortunati che sono riusciti a sfuggire alla legge Fornero. Hanno scoperto che non c’era solo la vacanza estiva o invernale, la frequentazione di figli e nipoti o le serate catatoniche davanti allo schermo televisivo; ci sono offerte alla portata delle loro tasche

Prima scena. Il gruppo sta salendo lungo il sentiero. Sono in maglietta e calzoncini corti, uomini e donne; indossano scarpe outdoor; li precede una guida. Ogni tanto questa si ferma, e allora il gruppo si dispone a semicerchio intorno a lei che parla. Sono sotto la corona delle montagne. La guida racconta la storia geologica di queste cime e poi le vicende della loro esplorazione. Spiega com’è avvenuta la scoperta della montagna nel corso dell’Ottocento e di come gli uomini nutrissero un sacro timore delle rocce.
Seconda scena. Un altro gruppo: ascolta con attenzione. Sono tutti pensionati, sessantenni e settantenni. Il pullman è pieno; le persone sono sedute ai loro posti. Davanti, vicino al conducente, un uomo ha impugnato il microfono e sta parlando. Sono nei pressi delle rovine di un tempio greco. Il pullman ha imboccato la strada un poco dissestata; si posiziona nei pressi dell’ingresso del sito archeologico. L’aria condizionata è accesa e prima di scendere per la visita, descrive la costruzione che visiteranno, accenna ai culti che si sono succeduti in questo luogo, alle divinità che vi erano adorate.
Terza scena. Una città dell’Italia Centrale. Visita guidata agli antichi palazzi signorili. Si comincia dall’androne di un edificio. Tutti in fila attendono di entrare. L’età media è sui sessantacinque anni; ci sono anche alcuni arzilli ottantenni. Il turismo della terza età – o quarta si dovrebbe forse dire – nei Paesi anglosassoni e del Nord Europea è cominciato già da vari decenni. In Italia da poco, con le ultime o ultimissime leve dei pensionati, quei fortunati che sono riusciti a sfuggire alla legge Fornero. Hanno scoperto che non c’era solo la vacanza estiva o invernale, la frequentazione di figli e nipoti o le serate catatoniche davanti allo schermo televisivo; ci sono offerte alla portata delle loro tasche. Mentre il consumo culturale dei nipoti, e forse dei figli, avviene per lo più online, loro invece sono decisamente offline.
Vogliono vedere, sapere, informarsi, anche se non leggono molti libri. Ricorrono a Internet per avere un’infarinatura su quello che visiteranno (musei, mostre, palazzi, sentieri, villaggi, cime montane, ecc.); si scambiano le notizie attraverso il telefono, e poi s’affidano alle guide. Sono dei devoti dello storytelling: tutto può essere raccontato, da un quadro a una pietra. E loro ascoltano. È più bello e piacevole dello storytelling della vecchia tv. Ma allora non lo sapevano.