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 2015  settembre 07 Lunedì calendario

La doppia vittoria dell’Italia, tutto merito di Conte. Il c.t. ha costruito una piccola squadra ma l’ha costruita, crede in se stesso e non ammette niente di tranquillo. Mario Sconcerti: «Il grande calcio resta da un’altra parte, ma noi siamo almeno l’ancella gelosa»

Sono interessanti i risultati di questa Italia pallida, sempre di misura, sempre nell’incertezza, però presenti, puntuali. Anche stavolta il lavoro c’è stato, al di là di una normale applicazione sindacale. Conte ha costruito una piccola squadra ma l’ha costruita. Credo che con i mezzi a disposizione stia facendo il lavoro più complesso toccato a un c.t. Lo aiuta molto la fase di qualificazione, nella storia della Nazionale solo una volta siamo stati eliminati dalla parte finale di un Europeo, stiamo insomma giocando su un velluto stropicciato ma ancora velluto. Mettere insieme giocatori così diversi, mentre Pirlo si accosta alla panchina e Pellè diventa irrinunciabile, è un compito oggettivamente difficile. Gli altri non stanno meglio di noi. I bulgari, i norvegesi, i croati, non hanno decine di alternative, ne hanno qualche unità. Gli stranieri ci sono per tutti. E temo si debba cominciare a credere che l’Italia stia acquisendo nello sport in genere quella difficoltà che ha sempre avuto il Paese quando si confronta con i grandi numeri del mondo. Non è in difficoltà solo il calcio in Italia. Il calcio è la grande vetrina, la ferita più evidente, ma non abbiamo preso una sola medaglia ai Mondiali di atletica una decina di giorni fa. I progetti di medaglia per l’Olimpiade di Rio fra un anno, sono di una ventina complessive, il peggiore della nostra storia. Non ci sono più di 5 italiani capaci di essere numeri uno al mondo. Stiamo acquisendo una normalità di cittadini che le vecchie eccezionalità rinascimentali e contadine per molto tempo ci hanno risparmiato. È una riflessione epocale che forse è solo un mio errore, ma che va messa nel conto visto il contagio che porta. Contro la Bulgaria c’è stata una squadra a suo modo solida, favorita dal vantaggio iniziale quindi assorbita nel dovere del contropiede. El Shaarawy è ancora la miglior ala sinistra che abbiamo, Pellè è almeno sempre utile, Verratti un artista che si guarda troppo ma con qualità diverse, Candreva forse uno dei pochi con qualità internazionali. Direi che per ora va bene così. Andiamo alla fase finale con risultati striminziti ma della stessa tonalità. Almeno vince. Merito a Conte, che crede in se stesso e non ammette niente di tranquillo. Il grande calcio resta da un’altra parte, ma noi siamo almeno l’ancella gelosa.