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 2011  marzo 14 Lunedì calendario

Nella Guerra di secessione americana Cavour tifava per i nordisti

LE ULTIME PAROLE DI CAVOUR SULLA GUERRA CIVILE AMERICANA –
A proposito dell’atteggiamento dei Paesi europei nei confronti della guerra di secessione americana durata dal 1861 al 1865, lei ha scritto che «le simpatie di molti Paesi europei, fra cui la Gran Bretagna, erano per gli Stati del Sud». Questo sta a significare che almeno qualche Stato europeo si era schierato con i nordisti. Quali? E in particolare l’Italia, anche se aveva da poco raggiunto l’unificazione, aveva potuto assumere una posizione?
Luciana Arata, Monza
Cara Signora,
I testimoni degli ultimi giorni della vita di Cavour scrissero nelle loro memorie che il malato, sul letto di morte, parlò con angoscia di ciò che stava accadendo negli Stati Uniti. Gli sembrò che gli avvenimenti americani fossero in contraddizione con quanto stava accadendo in Europa: «Mentre la febbre dell’unità s’impadronisce dell’Europa ecco che l’America decide di dividersi. Ci capite qualcosa voi di queste lotte intestine degli Stati Uniti? Per quel che mi concerne, dopo essere stato in gioventù un ammiratore appassionato degli americani, ho perso molte illusioni e confesso che ciò che accade dall’altra parte dell’Atlantico mi sembra un vero enigma». Dell’interesse di Cavour per l’America esiste un’altra testimonianza. Un lettore, Romano Bracalini, mi ha segnalato un libro apparso a New York nel 1862 con il titolo «A discourse on the life, character and policy of count Cavour» (una dissertazione sulla vita, il carattere e la politica del conte Cavour). È la rielaborazione di una conferenza pronunciata nel febbraio di quell’anno presso la New York Historical Society ed è opera di Vincenzo Botta, personaggio interessante ma quasi dimenticato del Risorgimento italiano. Botta aveva insegnato filosofia nell’università di Torino, era stato deputato al parlamento del Regno di Sardegna ed era giunto a New York nel 1853 per una ricerca sul sistema scolastico degli Stati Uniti. Fu affascinato dal Paese, decise di restarvi e sposò una brillante signora della Nuova Inghilterra, molto nota per il suo salotto letterario. Divenuto ormai cittadino degli Stati Uniti, Botta diresse per molti anni il dipartimento di lingua e letteratura italiana dell’Università della citta di New York. Nel suo libro su Cavour vi è una nota conclusiva in cui l’autore accenna a un recente numero della «Rivista contemporanea», pubblicata a Torino, in cui erano apparse alcune lettere inedite di Cavour fra cui una datata 22 maggio (due settimane prima della morte) e indirizzata al cavaliere Bertinatti, ministro d’Italia a Washington. Cavour gli raccomanda di continuare a mantenere relazioni amichevoli con il governo degli Stati Uniti e di conservare al tempo stesso il massimo riserbo sulle questioni che dividevano la Federazione. Ma lo esorta a manifestare la simpatia del governo italiano «per il trionfo degli Stati nel Nord; giacché la loro causa non è soltanto quella della libertà costituzionale, ma anche della umanità. (…) Il nostro più ardente desiderio è per il raggiungimento di un accordo onorevole che, riunendo gli Stati momentaneamente separati, estingua il fuoco della guerra civile in un Paese in cui la libertà e la prosperità suscitano l’ammirazione di tutto il mondo».