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 2015  settembre 01 Martedì calendario

La Catalogna inventa merchandising a righe orizzontali gialle, sognando la secessione. Ci sono il reggiseno, la carta igienica, il bavaglino, il grembiule da cucina, persino l’eau de toilette o il casco integrale. Si possono anche alzare i calici per l’Indipendenza alcolica, con vino bianco o rosso, birra cento per cento catalana, oltre al tipico cava, lo spumante regionale

Il secessionismo non è solo uno stato d’animo. L’indipendenza catalana si può indossare, bere, annusare, vestire nell’intimità od ostentare in pubblico. Una batteria impressionante di prodotti che formano il merchandising a righe orizzontali gialle e rosse (i colori della senyera, l’emblema ufficiale della regione) o con il motivo della estelada, la bandiera separatista con la stella bianca in campo azzurro. Un business inarrestabile che, non a caso, ha preso quota a partire dal 2011: poco prima, a Madrid, la Corte Costituzionale aveva bocciato buona parte del testo del Estatut catalano approvato dalle Cortes e confermato dal voto referendario. In quattro anni, sull’onda delle manifestazioni di massa dell’11 settembre (giorno della Diada, celebrazione dell’orgoglio nazionale) e con l’inasprirsi del discorso anti-centralista del President, Artur Mas, la fantasia di decine di piccoli imprenditori ha sfornato i gadget più impensati: dal reggiseno alla carta igienica, dal bavaglino al grembiule da cucina dall’eau de toilette al casco integrale. Indipendenza alcolica, sotto forma di vino bianco o rosso, birra cento per cento catalana, oltre al tipico cava (lo spumante regionale, che spesso – in vista del Natale – i più centralisti tra gli spagnoli delle altre 16 regioni minacciano di boicottare a beneficio di champagne o prosecco).C’è anche la sedia con la estelada incisa: dall’aspetto non è granché comoda, andrebbe provata perché dà l’impressione di poter lasciare impresse sulle natiche la stella e le righe orizzontali della bandiera. Ma la novità più recente, che si è subito rivelata un successone, è la carta d’identità catalana. Ovviamente non ha alcun valore legale, ma per chi sogna un futuro divorzio dal centralismo madrileno, è un modo per coltivare il senso di appartenenza a uno Stato non ancora esistente. Basta solo inserire i propri data anagrafici, e una foto, nella web racoindependentista. cat, e si riceve a casa al prezzo di 7,5 euro una tessera plastificata della fantomatica “Republica de Catalunya”. In più, il kit prevede anche 8 adesivi, buono sconto in diversi negozi affini alla causa e una copia di una bozza di Costituzione catalana redatta cinque anni fa da un partito, Reagrupament, fondato da un ex deputato di Esquerra Republicana. Un testo (anch’esso di nessun valore) in cui si assicura che, a richiesta, verrà concessa la nazionalità catalana anche ai cittadini della regione di Valencia, delle Baleari, e persino agli abitanti di Alghero.Se non fosse un tema tremendamente serio – che, in vista delle elezioni regionali del prossimo 27 settembre, trasformate dal presidente Artur Mas in una sorta di plebiscito pro o contro l’indipendenza, provoca angoscia a Madrid e sconcerto a Bruxelles si avrebbe l’impressione di un grande gioco, una partita centralisti- separatisti. E in effetti, tra le tante proposte del variopinto merchandising del “procés”, c’è anche una specie di gioco dell’oca chiamato “Camino a la independencia”. Per il resto, ci sono i gadget più classici tipici da negozio di souvenir (spille, tazze, piatti, portachiavi, braccialetti, orologi), un drammatico portamonete con la scritta “viurem lliures o morirem”, vivremo liberi o moriremo, una chiavetta Usb con la dicitura “l’indipendenza è la chiave”, bandiere, sciarpe e asciugamani oltre a un’ampia gamma di capi d’abbigliamento: dalle magliette alle felpe, tanga e bikini, berretti, scarpe, infradito ed espadrillas. Ma è proprio sul fronte delle proposte più classiche che una parte delle imprese impegnate nel business dell’indipendenza si sono trovate negli ultimi tempi in difficoltà, al punto che circa la metà sono state costrette a chiudere i battenti. È successo da quando è compara sulla scena la Anc, la Assemblea Nacional Catalana, il potentissimo movimento capace negli ultimi anni di mobilitare la piazza con maxi- manifestazioni che riuniscono fino a un milione e mezzo di persone.L’Anc ha creato online la sua “botiga oficial”, il negozio al quale ogni secessionista doc si rivolge per vestirsi di giallo e rosso dalla testa ai piedi. Al prossimo appuntamento con la celebrazione della Diada mancano appena dieci giorni: per gli indipendentisti è tempo di acquisti.