il Giornale, 28 agosto 2015
Il primo contratto crionico in Italia. Daniele Chirico, infermiere, ha pagato sessantamila euro per far ibernare se stesso, sua moglie e sua figlia: «Ho aspettato tutta la vita per morire, non vedo perché non dovrei aspettare tutta la morte per rivivere»
Occhio a storie come questa. C’è sempre il rischio di imbattersi in una bufala. Che, nel nostro caso, potrebbe risultare addirittura «ibernata». Ieri il quotidiano La Nuova Sardegna titolava a piena pagina: «Sassari, coppia vuole farsi ibernare e firma contratto con società Usa: “Rivivremo tra 200 anni. Magari su Marte...“». Non c’è che dire, uno scoop da brivido (freddo). Leggiamo: «La fisioterapista Rita Poddighe e l’infermiere professionale, prossimo alla laurea in Medicina, Daniele Chirico, hanno pagato 60mila euro per farsi congelare dopo la morte con l’obiettivo di risvegliarsi. Lei sarà la prima donna ibernata in Italia. A 39 Rita non pensa al giorno in cui morirà e naturalmente spera, come tutti, che arrivi il più tardi possibile. Ma la sua è un’attesa serena perché quando succederà, il suo corpo andrà in una sorta di “coma crionico”, dormirà per lungo tempo in attesa del risveglio che – scienza permettendo – potrebbe avvenire tra cento, duecento o trecento anni». Visto che le cose vanno piuttosto per le lunghe, abbiamo deciso di fare una verifica in rete, scoprendo che l’«infermiere professionale, prossimo alla laurea in Medicina», Daniele Chirico, è tra gli animatori di un blog in cui figura come «Dott. Daniele Chirico (Cryonics Institute, Clinton Township, Mitchigan Usa)».
E qui nasce il primo dubbio: Daniele Chirico è un infermiere aspirante medico o un dottore, con tanto di credenziali a stelle e strisce? Di certo Chirico è uno degli animatori del blog ibernazione, specializzato appunto in «ibernazione», ma pure in «transumanesimo, life extension e mind uploading». Cosa siano transumanesimo, life extension (avrà mica a che fare coi capelli?) e mind uploading lo ignoriamo. Limitiamoci invece a capire qualcosa in tema di «criopreservazione», i cui costi possano arrivare fino a 150 mila euro. E non è una battuta, anzi, una freddura... A spiegare tutto sul blog, in un video abbastanza inquietante, è lo stesso signor (così non sbagliamo di sicuro) Daniele Chirico, sosia dell’ex cantate dei Rockets. Sormontata dalla solenne didascalia «La mia intenzione non è quella di rivivere il mio passato, né il mio presente... ma solo il mio futuro!», parte la testimonianza choc: «Io, mia moglie e mia figlia abbiamo deciso di farci ibernare, stipulando un regolare contratto (a questo punto, nel video, Chirico mostra i documenti firmati e controfirmati ndr). L’ibernazione non è un processo per non morire, ma solo per impedire che la morte possa produrre i suoi effetti. Quando uno viene dichiarato clinicamente morto, non è assolutamente morto. La morte non è un processo istantaneo. Quando uno muore non è che si spegne come una lampadina. Ogni funzione del nostro corpo muore con una sua specifica velocità. Lo scopo della crionica è quello di vivere un altro pezzo della nostra vita. Ho aspettato tutta la vita per morire, non vedo perché non dovrei aspettare tutta la morte per rivivere. Un altro problema che mi sono posto è: quanto dovrò aspettare per poter “rinascere“, o meglio affinché la mia vita venga ripristinata? La risposta è: quando la tecnologià sarà in grado di farlo, spero il prima possibile. Ma la mia non è una speranza. È una certezza». Ma attenzione alla sparata finale. Reggetevi forte: «Da quando ho sottoscritto un contratto di ibernazione, non ho più paura della morte. Ora è la morte che ha paura di me!». Bum!
Peccato che i medici – più o meno «colleghi» di Chirico – la pensino diversamente: «Per una ipotetica ibernazione, il decesso dovrebbe avvenire solo in ambienti predisposti. E in ogni caso i danni cerebrali non sarebbero recuperabili». Parere non condiviso dalla moglie del moglie di Chirico, la fisioterapista Rita Poddighe, lanciatissima in scenari che perfino Asimov giudicherebbe un po’ azzardati: «Svegliarmi sarà bellissimo, vorrò subito conoscere i miei discendenti e mi auguro che per allora qualcuno abbia pensato ad accorciare le distanze così da poter raggiungere luoghi e persone a me care in breve tempo».
In attesa del trapasso (con auspicabile ritorno), Rita si gode l’adrenalina di essere la «prima donna in Italia ad aver stipulato un contratto di ibernazione». Record davvero raggelante.