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 2015  agosto 27 Giovedì calendario

Biografia di Emilio Treves, editore

Treves, Emilio, (Trieste 1834 – Milano 1916)
Figlio di Sabato Graziadio Treves, rabbino maggiore della comunità israelitica di Trieste, e di Lia Montalcini, Emilio Salomone Treves nacque a Trieste il 31 dicembre 1834, sotto l’impero austro-ungarico.
Frequentò le scuole elementari israelitiche e il ginnasio del Regio Impero nella stessa città.
Esordì giovanissimo nelle lettere con la produzione di un dramma dal titolo “Ricchezza e miseria”, composto nel 1848 o forse nel 1851 (1); nel 1853 diede invece alle stampe la sua seconda prova letteraria, il dramma storico in cinque atti “Il duca di Enghien”, la cui rappresentazione fu proibita la dalla censura austriaca.
Tra il 1854 e il 1856 soggiornò a Parigi. Nel giugno del 1856 morì il padre e nell’autunno dello stesso anno Emilio ritornò a Trieste. Qui fondò insieme a Giuseppe Corradi un trisettimanale intitolato “L’anello”, che però abbandonò ben presto.
Nel 1857 soggiornò prima a Trieste, poi a Fiume, infine a Udine come precettore. Fu solo verso la fine di quell’anno, o forse già nel 1858 (3), che Treves approdò a Milano. Nel 1857-58 iniziò a lavorare accanto a Giuseppe Rovani nella “Gazzetta Ufficiale di Milano”, dove, scelto inizialmente come provetto e rapido traduttore, arrivò a scrivere di critica letteraria e artistica e di politica europea.
[espandi/riduci]La sua fervente operosità lo portò a lasciare la collaborazione con la “Gazzetta di Milano” per riprendere le redini dell’ “Uomo di pietra” e dargli nuova vita. Si trattava di un giornale fondato nel 1856, a carattere letterario e umoristico-critico, cui Treves cominciò a collaborare col soprannome di “Piovano”. Accettò infine di fare il redattore politico della “Gazzetta d’Italia”, soppressa però prima che se ne cominciasse la pubblicazione, dopo che giunse a Vienna un numero di saggio contenente nell’articolo di fondo il programma firmato “Emilio Treves”.
Sull’onda di tali eventi e affascinato dalla figura di Garibaldi, Treves si arruolò volontariamente nel 1859 nei Cacciatori delle Alpi, raggiungendo il grado di sergente. Al seguito di Garibaldi partecipò a numerose operazioni militari contro gli austriaci.
Tra il 1861 e il 1864, rientrato a Milano, si dedicò finalmente all’avvio dell’attività di editore: il suo primo piccolo studio editoriale era situato in via Durini 29 e l’azienda assunse il nome di “Editori della Biblioteca Utile”.
Fu qui che creò la sua prima rivista, il settimanale “Museo di Famiglia”, (sull’esempio di quanto visto a Parigi durante il primo soggiorno e crisalide di altre sue pubblicazioni periodiche illustrate), e l’ “Annuario Scientifico”, stampati esternamente dal tipografo Agnelli. In seguito, allargandosi la produzione editoriale, Emilio decise di essere anche stampatore, oltre che editore, e colse al volo l’occasione che gli si presentò: il tipografo profugo ungherese Helphy intendeva rientrare in patria e Treves poté rilevare a buone condizioni la non grande, ma sufficiente, tipografia di via Solferino 11, nel maggio del 1868.
In questa sede furono subito ideati importanti riviste e periodici: la “Biblioteca Amena”, l’ “Universo Illustrato” (più completo e vario del “Museo di Famiglia"), il “Romanziere Illustrato”, il “Giornale dei Viaggi”. Nel 1869 in particolare vide la luce il quotidiano “Corriere di Milano”, che durò fino al 1874 e nella cui redazione si formò al giornalismo quotidiano l’allora capo-redattore Eugenio Torelli Viollier, che da questo “Corriere” trasse l’idea del “Corriere della Sera”, da lui diretto e fondato nel 1876.
Come socio effettivo (collaborava già dal 1869) e organizzatore finanziario, nel 1872 si era messo al fianco di Emilio Treves il fratello minore Giuseppe, esperto uomo d’affari. Da quel momento la casa editrice prese il nome di “Fratelli Treves”.
Contestualmente Emilio pensò di dare avvio alla “Nuova Illustrazione Universale” – la prima l’aveva tentata Sonzogno dal 1864 al 1867 – che vide la luce il 16 dicembre 1873, diventando dal primo gennaio 1876 l’ “Illustrazione Italiana”. Fra le prime riviste in Italia ad avvalersi di fotografie, fu in vita fino agli anni ’60 del Novecento: proponeva scritti e personaggi contemporanei, la storia del giorno, la vita pubblica e sociale, le scienze, le belle arti, la geografia e i viaggi, i teatri, la musica, le mode. Treves era solito dire che, essendo un settimanale, aveva più di ogni altro giornale il dovere di essere privo di qualsiasi di quei tanti errori che ingombravano le pagine degli affrettati giornali quotidiani.
Attorno all’ “Illustrazione” Emilio fece prosperare il sempre più vasto lavoro editoriale, tanto che fu necessario trasferire la sede, nel settembre del 1881, dal vecchio stabilimento già Helphy di via Solferino a quello nuovo, in via Palermo 12.
Nel corso degli anni Treves aveva saputo trasformare l’azienda in un sicuro punto di riferimento per il mondo della cultura, diventando luno degli editori più ricercati d’Italia. Consapevole di non voler restare solo un editore di giornali, aveva infatti iniziato presto una produzione, accuratamente selezionata ma destinata anche a un vasto pubblico, di storia, arte, politica, opere scolastiche, raccolte di teatro, opere illustrate, poesia, narrativa italiana e straniera.
Nel settembre del 1904 morì Giuseppe Treves.
Nel 1905 entrò nella casa editrice il nipote Guido, figlio di Enrico Treves. Alla morte di Emilio le redini della casa editrice passarono a lui, nominato direttore assieme a Giovanni Beltrami (4). Guido fece del suo salotto un ritrovo di letterati e artisti, diventando, in particolare, amico di D’Annunzio, scelto come testimone alle sue nozze con Antonietta Pesenti.
Nel 1926, alla morte di Beltrami, entrarono nella gestione come nuovi soci gli editori Emilio Bestetti e Calogero Tumminelli e nel 1931 fu costituita la società Treves-Treccani-Tumminelli. Morto Guido (1932), la moglie Antonietta, unica erede, ricostituì l’anno dopo la nuova “Casa Editrice Treves” che ebbe vita sino al 1938 quando, a causa delle leggi razziali che impedivano ai cittadini di religione ebraica l’esercizio di attività industriali, dovette cessare l’attività; fu quindi rilevata da Aldo Garzanti, che la trasformò nella propria casa editrice.
I più grandi scrittori della letteratura italiana della seconda metà dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento furono editi da Treves: Giovanni Verga, Gabriele d’Annunzio, Edmondo De Amicis – tra i titoli più importanti del catalogo Treves si annovera il libro “Cuore”, la cui prima edizione uscì nel 1886 – e Luigi Pirandello sono solo alcuni degli autori italiani che videro pubblicati i loro capolavori dalla casa editrice. Treves associava continuamente alla sua produzione letteraria un’importante attività di traduzione delle migliori opere offerte dalle letterature straniere, in particolare quelle francese e inglese. Nel catalogo dell’editrice comparivano infatti anche scrittori di fama mondiale, quali Lev Nikolaevic Tolstoj e Charles Dickens.
Note:
(1) È del 1848 secondo il De Gubernatis, ripreso da Grillandi 1977, e di tre anni più tardi secondo il Comandini 1916 a.
(2) Comandini1916 a, p. 5; Comandini 1916 b, p. 110.
(3) Lopez 1970 e Ojetti 1916 datano l’arrivo a Milano di Emilio Treves al 1857 mentre Comandini 1916 a e Grillandi 1977 al 1858.
(4) Pittore, critico e, dal 1914, presidente dell’Accademia di Brera.