Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 27 Giovedì calendario

Michele Franci, l’uomo del satellite che ha firmato la rivoluzione della comunicazione mobile superveloce e globale. Voleva fare lettere invece porterà internet in aereo e non solo: «Alcune compagnie lo stanno già sperimentando ma, durante il volo, scaricare un film sul proprio computer sarà facilissimo e immediato. Così pure si parlerà con la famiglia a casa o si recupererà qualsiasi documento dalla Rete. Cambia tutto nella comunicazione mobile superveloce. Che si stia volando oppure che si stia viaggiando in mezzo al deserto su una jeep o che si stia navigando nell’oceano»

Uno scrittore in meno. E uno scienziato in più. Michele Franci, quando stava al liceo scientifico, meditava di iscriversi a Lettere, anche «grazie al mio bravissimo professore di italiano e latino». All’ultimo, la sua vecchia passione per i modellini di aereo e la tradizione di famiglia lo convinsero che Ingegneria al Politecnico di Milano sarebbe stata la strada giusta. Per fortuna. Perché il bolognese Michele Franci può ora firmare la rivoluzione della comunicazione mobile superveloce e globale.
A sintetizzare si rischia sempre di sbagliare ma per dirla in breve sta per volare nello spazio il futuro di Internet. E il timbro è italiano. Di un italiano che vive e lavora fra la Svizzera e Londra. Dunque. Ore 12.44 di domani, venerdì, base di lancio in Kazakistan: accende i motori il razzo che colloca in orbita, a 35 chilometri e 786 metri sopra le nostre teste, il terzo satellite «Global Xpress» della Inmarsat. È l’ultimo anello della rete invisibile che avvolgerà il pianeta, escluse solo le calotte polari, e che ci regalerà la possibilità di comunicare, trasmettere dati e riceverli con grande rapidità attraverso telefonino, tablet e computer, in ogni angolo della Terra e del cielo. Un miliardo e mezzo di dollari di investimenti. Direttore del progetto l’ingegnere aerospaziale Michele Franci, numero uno, «chief technology officer», della Inmarsat.
Enfatizzare è un rischio. Allora per mettere a fuoco ciò che accadrà dall’inizio del prossimo anno quando ogni sofisticato ingranaggio funzionerà a pieno regime è utile affidarsi a qualche banale esempio illustrato dallo stesso Michele Franci. «Che cosa diventerà possibile? Usare Internet in aereo. Alcune compagnie lo stanno già sperimentando ma, durante il volo, scaricare un film sul proprio computer sarà facilissimo e immediato. Così pure si parlerà con la famiglia a casa o si recupererà qualsiasi documento dalla Rete. Cambia tutto nella comunicazione mobile superveloce. Che si stia volando oppure che si stia viaggiando in mezzo al deserto su una jeep o che si stia navigando nell’oceano».
Come stare seduti alla scrivania. Si superano le barriere del tempo, del movimento, dell’isolamento. La qualità della connessione mobile, ad uso commerciale e civile, compie un salto. Servirà a noi semplici cittadini in giro per il mondo, servirà alle aziende, servirà ai governi. I dati e le immagini viaggeranno ovunque in pochi centesimi di secondo. Coprendo i «buchi» dove Internet cade o non c’è. Le infrastrutture tecnologiche lo permetteranno.
Il caso ha voluto che Michele Franci, cinquantenne sposato e con due figli, diventasse un’autorità mondiale dell’Ingegneria spaziale. Se al liceo si immaginava indirizzato verso le lettere e i romanzi, all’università pensava alla progettazione aerea. I consigli di una docente lo dirottarono nello spazio. Una parentesi, sei mesi in un’azienda del gruppo Alenia in provincia di Milano, poi Olanda, Francia, Inghilterra, Svizzera.
In Italia Michele Franci torna per la sua passione: lo sci e le camminate in montagna, in Val d’Aosta, dove ha un appartamento. Ma non ha dimenticato il vecchio amore: la letteratura. Legge moltissimo. E scrive. «Mi prendono pure in giro». Le relazioni tecniche, così complicate e noiose, diventano «brevi saggi di divulgazione».
La semplicità è una virtù immensa. Non sempre apprezzata. Poche settimane fa, all’assemblea del condominio in Italia, gli avevano chiesto di fare da segretario. Ha steso il verbale. Ma lo hanno «corretto» perché era troppo banale, forse non in perfetto burocratese. Più complicato che lanciare un satellite nello spazio e rivoluzionare la comunicazione globale. Paradossi italiani. E si parla di «cervelli in fuga».