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 2015  agosto 25 Martedì calendario

Tre persone, due a Toronto e una a San Antonio in Texas, si sono tolte la vita perché finite nella lista dei frequentatori di Ashley Madison, sito per fedifraghi i cui dati sono stati oggetto dell’attacco di un hacker che, pubblicando qui nomi, ha messo alla gogna milioni di persone. Non hanno retto il pensiero che la moglie, i figli, i colleghi sapessero di quelle scappatelle. O quantomeno del desiderio, manifestato online, di evadere dalla vita di coppia. Di trovarsi una relazione fuori dal matrimonio. Che gli amici conoscessero le loro fantasie sessuali, le passioni, i desideri erotici

Non hanno retto il pensiero che la moglie, i figli, i colleghi sapessero di quelle scappatelle. O quantomeno del desiderio, manifestato online, di evadere dalla vita di coppia. Di trovarsi una relazione fuori dal matrimonio. Che gli amici conoscessero le loro fantasie sessuali, le passioni, i desideri erotici. Sarebbero tre le persone, due a Toronto e una a San Antonio in Texas, che avrebbero deciso di togliersi la vita perché finite nella lista dei frequentatori di Ashley Madison, sito per fedifraghi i cui dati sono stati oggetto dell’attacco di un hacker che, pubblicando qui nomi, ha messo alla gogna milioni di persone. I frequentatori, infatti, sarebbero 37 milioni in tutto il mondo. Uomini e donne accomunati dal desiderio di trovare passione, amore o chissà cosa fuori dal tetto coniugale. Nei giorni scorsi, diversi erano stati gli analisti che avevano ventilato la possibilità che qualcuno, ferito per quella violazione della privacy, potesse arrivare a meditare il suicidio. Anche perché nella lista, oltre al nome e al cognome e a una serie di dati personalissimi sui gusti sessuali e preferenze erotiche, c’erano anche i riferimenti della carta di credito. E c’è stato chi non ce la ha fatta e ha preferito non affrontare la gogna di familiari e amici.
Un portavoce della polizia di Toronto ha annunciato il suicidio di due persone ipotizzando che la motivazione possa essere stata la loro iscrizione nel sito per fedifraghi e la paura di essere scoperti. Le indagini sono ancora in corso, ma dai primi accertamenti degli investigatori, hanno spiegato dal Canada, tutto farebbe pensare a questo movente. Lo stesso varrebbe per un 25enne capitano della polizia di San Antonio, in Texas: anche lui non ha sopportato l’idea del pubblico ludibrio dopo avere ricevuto la mail intimidatoria di un sito che lo invitava a contattare i loro consulenti per «capire quali informazioni sono incriminanti contro di te. E potrebbero rovinarti la vita».
Intanto la Avid Life Media, la società canadese che gestisce il sito online di Ashley Madison (dal motto «Life is short, have an affair», la vita è breve, fatti una scappatella) ha offerto una ricompensa di 500 mila dollari a chiunque fosse in grado di fornire informazioni per rintracciare i responsabili dell’attacco informatico.
Due studi legali del Canada hanno avviato una class action da 578 milioni di dollari contro il sito. La causa, intentata contro la Avid Life Media, sarebbe stata avviata per conto di tutti i cittadini canadesi coinvolti.
«Sono indignato dal fatto che AshleyMadison.com non sia riuscito a proteggere le informazioni dei suoi clienti», ha detto l’avvocato Ted Charney, che ha presentato il procedimento in tribunale. «In molti casi, gli utenti hanno pagato un supplemento perché il sito rimuovesse tutti i loro dati – ha aggiunto – solo per scoprire poi che le informazioni erano rimaste intatte ed esposte all’azione dei pirati della rete».
I primi ad essere colpiti erano stati la star del reality battista Josh Duggar (Mr Family Day, in quanto tutto casa, famiglia e chiesa, almeno in teoria) e il procuratore della Florida, Jeffrey Ashton. Nel suo profilo online avrebbe scritto che «cercava qualcuno con fantasie, con cui passare all’azione». Lui però ha assicurato che non ha mai tradito la moglie, ma cercava solo di soddisfare le sue curiosità.