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 2015  agosto 25 Martedì calendario

Il crollo delle Borse cinesi porta il caos nei listini di tutto il mondo • Non sarà l’India a giudicare Latorre e Girone • Merkel e Hollande criticano Italia e Grecia sui profughi • Edifici abusivi abbattuti nella Valle dei Templi • La «medicina difensiva» dei dottori che temono di sbagliare diagnosi


Borse Ieri per le Borse una giornata nera partita da una nuova crisi cinese: l’indice di Shangai ha chiuso con un crollo dell’8,5% che ha azzerato i guadagni da inizio anno e ha trascinato in basso tutte le Borse del mondo. Il listino principale di Milano, il Ftse Mib, ha lasciato sul terreno il 5,96%, facendo di Piazza Affari la peggiore Borsa in Europa. Hanno chiuso male Parigi (-5,35%) e Madrid (-5%), ma anche le due Borse più importanti del Vecchio Continente, Londra (-4,67%) e Francoforte (-4,7%). In totale, le Borse europee hanno bruciato 411 miliardi di euro. Le vendite cominciano sin dall’apertura e colpiscono tutti i listini e tutti i settori: è «panic selling». Il panico si diffonde tra gli investitori, che si mettono a vendere indistintamente. Il momento peggiore si verifica con la partenza delle contrattazioni a New York. Dopo le 15.30 (ora italiana), sui listini si scatena un’ondata di vendite. Una raffica di sospensioni, a turno, coinvolge quasi tutti i titoli del paniere principale. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Marò Il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo (Itlos) ha deciso che sarà un arbitrato internazionale a decidere la sorte di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso, il 15 febbraio 2012, due pescatori nello Stato del Kerala mentre erano in missione antipirateria sulla petroliera italiana Enrica Lexie. Perciò l’India deve astenersi da qualsiasi procedura giudiziaria e amministrativa. Proprio per domani la Corte Suprema indiana aveva convocato una nuova udienza sul caso. Ma nel frattempo i marò non potranno essere liberati, come chiedeva l’Italia, permettendo così a Massimiliano Latorre, attualmente in convalescenza a casa di restarci, e a Salvatore Girone di rientrare in Italia. A stabilire dove dovranno essere processati i due marò sarà una corte arbitrale internazionale, che Italia e India devono costituire. Mancano ancora tre nomi, tra cui il presidente, per completare la cinquina dei giudici che comporranno il Tribunale arbitrale investito della questione giurisdizionale. Roma ha già scelto Francesco Francioni, docente di diritto internazionale, Delhi punta su P. Chandrasekhara Rao, uno dei 21 giudici membri dell’Itlos. Secondo i tempi stabiliti dalla Convenzione sul diritto del mare dell’Onu (Unclos), le altre nomine dovranno essere fatte al più tardi entro il 9 ottobre. Ma per il verdetto del Tribunale arbitrale, che non avrà sede necessariamente all’Aja, bisognerà aspettare almeno due anni.

Profughi Angela Merkel e François Hollande si sono incontrati per parlare dell’eergenza profughi e hanno concluso che Italia e Grecia devono lavorare meglio e aprire «al più presto» i centri in cui registrare i nuovi richiedenti asilo. Si tratta di centri in cui le autorità possono distinguere tra chi ha diritto all’asilo politico, e quindi può proseguire verso altri paesi Ue, e chi invece non ha i requisiti e deve essere espulso. La mancata attivazione dei centri, approvata nel piano europeo di fine giugno, indispettisce i due leader. Hollande e Merkel vogliono una ripartizione più equa dell’onere di accoglienza dei rifugiati tra i 28 Paesi dell’Ue mentre adesso la maggioranza delle richieste pesa su cinque Paesi. I leader invitano i partner Ue a mettere a punto un sistema “unificato”, armonizzando le politiche di asilo dei 28.

Templi Dopo 14 anni di stop per motivi burocratici sono ricominciate le demolizioni di costruzioni abusive nell’area archeologica della Valle dei Templi. È prevista la distruzione di otto costruzioni. L’operazione costerà al comune 66mila euro.

Medici Secondo l’università “Cattolica”, 8 medici su 10 ammettono di aver prescritto esami, visite, farmaci e ricoveri in eccesso almeno una volta nell’ultimo mese. Motivo: temono di finire in tribunale con l’accusa di aver sottovalutato qualcosa. Questo fenomeno, chiamato «medicina difensiva», costa allo Stato circa 10 miliardi l’anno, lo 0,75% del Prodotto interno lordo. Nella prossima legge di Stabilità è intenzione del ministro della Salute inserire l’onere della prova a carico del paziente: spetterà al malato dimostrare che il medico ha sbagliato e non a quest’ultimo di aver agito correttamente. In ambito civile, riduzione dei tempi di prescrizione da 10 a 5 anni ma solo per i dipendenti del servizio sanitario e per quelli convenzionati (ad esempio gli ambulatoriali) (De Bac, Cds).

(a cura di Daria Egidi)