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 2015  agosto 24 Lunedì calendario

Dopo il caso del funerale di Vittorio Casamonica a Roma si cambia: in arrivo le regole delle città di mafia. Più coordinamento e ordini tassativi in caso di eventi che riguardano la criminalità. Esattamente come avviene, ad esempio, a Reggio Calabria o Palermo

La capitale come una città di mafia. Con il rafforzamento delle strutture di coordinamento tra polizia e carabinieri e ordini tassativi a tutti gli agenti di polizia e a tutte le stazioni dell’Arma di informare i livelli superiori per qualunque evento possa riguardare la pubblica sicurezza in senso lato. E in particolare, ovviamente, dovrà essere comunicato qualunque evento, funerali inclusi, tocchi rappresentanti della criminalità organizzata o di associazioni a delinquere particolarmente radicate sul territorio. Esattamente come avviene, appunto, in città come Reggio Calabria o Palermo.
La proposta operativa di cui il prefetto Franco Gabrielli discuterà oggi pomeriggio, assieme al capo di gabinetto della Questura Luigi De Angelis, al comandante provinciale dei Carabinieri Salvatore Luongo e ai rappresentanti di Comune e vigili urbani, parte dall’assunto che, a prescindere dalle condanne penali subite dal defunto, i funerali in grande stile come quelli giovedì hanno salutato il «Re» Vittorio Casamonica, rientrino nelle modalità di comunicazione delle cosche alla città e non possano essere consentiti. Oltre a individuare le responsabilità soggettive di quanto accaduto, il prefetto vuole che dalla riunione si esca con regole chiare, soprattutto per il futuro, tanto più in vista di una scadenza importante e delicata come quella del Giubileo.
LA SICUREZZA
La riunione di questo pomeriggio in prefettura chiuderà solo parzialmente l’affaire Casamonica. Sul tappeto resta lo scontro tra Viminale e Enac sulla vicenda dell’elicotterista che ha deviato dal piano di volo comunicato alla torre di controllo, abbassandosi di quota per lanciare i petali. Dopo le accuse del ministro degli Interni Angelino Alfano, ieri è arrivata la risposta del presidente di Enac Vito Riggio: «Il ministro Alfano sa benissimo che noi diamo le licenze in base a un regolamento europeo – ha detto – gli elenchi di chi ha l’autorizzazione al volo sono da sempre disponibili per le forze di sicurezza per eventuali indagini. Il punto vero mi pare che sia quello di aumentare le zone di interdizione e aumentare la sensibilità dei radar. Noi facciamo già quello che è previsto dalla legge e credo che lo facciamo bene». Una risposta piccata che non mette però fine a uno scontro in atto da alcuni mesi e cominciato quando il governo ha posto il problema di un regolamento che fissi i limiti all’utilizzo dei droni. Della vicenda si occuperà anche il Comitato parlamentare di controllo sui servizi che chiederà chiarimenti all’Aisi su quanto avvenuto.
LA RELAZIONE SU ROMA
L’altra ricaduta del funerale della discordia potrebbe essere sulla relazione che il ministro Alfano sta preparando per giovedì prossimo, quando in consiglio dei minstri si parlerà di Mafia Capitale. È quasi scontato che in quell’occasione il titolare del Viminale inserisca anche la questione Casamonica. E nei confronti dell’amministrazione capitolina sembra ormai certo che la proposta al consiglio dei ministri preveda misure più pesanti di quanto previsto inizialmente: non solo lo scioglimento del municipio di Ostia e il commissariamento dei dipartimenti per il Verde pubblico, le Politiche Sociali, il Patrimonio, la Scuola e i Lavori Pubblici. Anche i regolamenti per l’affidamento di lavori e servizi, la centrale unica di acquisto e gli atti di indirizzo e controllo dei settori”sensibili” del Comune dovranno essere rivisti con l’accordo della prefettura e dello stesso Gabrielli.