Corriere della Sera, 24 agosto 2015
In Finlandia, nazione del Nord Europa fra le più pacifiche e sicure al mondo, capita che uova, fucilate e minacce di morte inseguano da qualche anno i ministri più importanti. E soprattutto lui, Alexander Stubb, 47 anni, fama di politico conservatore preparato e tosto, già capo del governo e oggi ministro delle Finanze. Qualche notte fa due giovani incensurati sono stati arrestati per aver sparato due colpi di carabina contro la sua abitazione privata, in un elegante sobborgo di Helsinki. Stubb è considerato il simbolo dell’Austerità
Lassù, qualcuno li odia. In Finlandia, nazione del Nord Europa fra le più pacifiche e sicure al mondo, capita che uova, fucilate e minacce di morte inseguano da qualche anno i ministri più importanti. E soprattutto lui, Alexander Stubb, 47 anni, fama di politico conservatore preparato e tosto, già capo del governo e oggi ministro delle Finanze: «Tappakaa Alexander Stubb», «Uccidete Alexander Stubb», invocava la pagina Facebook chiusa solo l’altro giorno quando già raccoglieva circa 140 seguaci; mentre un’altra, che chiamava a sé «tutti coloro che odiano Stubb», sarebbe arrivata a 600 iscritti. Nessuna spiegazione razionale, se non appunto un generico odio.
E finché si resta al web, sono ancora chiacchiere, per quanto sgradevoli: ma qualche notte fa, quasi in risposta a questi appelli velenosi, due giovani incensurati di 21 e 22 anni sono stati arrestati per aver sparato due colpi di carabina contro l’abitazione privata del ministro, in un elegante sobborgo di Helsinki. Ammanettati, avrebbero parlato di una semplice bravata: «Il loro è stato sicuramente un gesto volontario», si è limitata a commentare significativamente la polizia, ma le indagini continuano. Quanto a Stubb, sposato con due figli, che su Twitter si definisce «padre, marito, eterno ottimista», nonché grande appassionato di triathlon e maratona, si è rivolto ai molti che gli hanno inviato scritti di solidarietà: «Grazie per tutti i vostri gentili messaggi. Non cedete alla paura, che si trasmette dall’uno all’altro». Per poi aggiungere, davanti ai giornalisti: «La Finlandia rimane una società aperta e permissiva, dove nessuno deve temere la violenza. E dove nessuno deve accettare di essere intimidito».
Però la preoccupazione generale resta. Perché Stubb non è certo una figura qualsiasi: considerato insieme con il collega tedesco Wolfgang Schäuble uno dei falchi europei «castigamatti» della Grecia, è un politico stimato a Bruxelles come a Washington ma è stato anche al centro di polemiche roventi, bersaglio delle critiche provenienti dal Sud Europa. Certo per una semplice coincidenza, mentre l’altra sera venivano portati in cella i due che avevano sparato contro casa sua, nel centro di Helsinki sfilavano oltre cinquemila persone nella prima manifestazione di massa contro l’austerity: notizia di un certo peso almeno per le cronache locali, visto che proprio qualche uomo di governo della Finlandia, solo un paio d’anni fa, chiedeva alla Grecia il Partenone come garanzia per un prestito milionario. Gli ultimi episodi ne richiamano altri del passato: nel 2013, i lanci di uova e pietre contro la casa dell’allora ministro dell’Interno Paivi Rasanen; nel 2012, l’uomo con un coltello in pugno che arrivò a pochi centimetri dall’allora primo ministro Jyrki Katainen. È solo una battuta, ma forse è vera: lassù qualcuno li odia.