23 aprile 1861
In Tunisia la prima costituzione africana e del mondo arabo
Muhammad III al-Sadiq, bey di Tunisia, ha concesso la prima costituzione del mondo arabo, «separando i poteri esecutivo, legale e legislativo, limitando le capacità del bey e creando un nuovo codice per la giustizia e un Consiglio supremo (che collaborava contemporaneamente con un’assemblea e una Corte suprema). Questa costituzione, inoltre, garantiva agli europei ed agli ebrei, eguali diritti con i musulmani, in particolare quello di possedere beni materiali propri» (wikipedia, voce Muhammad III al-Sadiq) • «L’aspirazione a un regime costituzionale non proveniva dal “basso” ma “dall’alto” e dall’esterno. Il console britannico a Tunisi e il suo omologo francese volevano rendere stabili i diritti acquisiti nel 1857 dal “Patto fondamentale”, una specie di carta concessa dai monarchi locali, i bey. L’uguaglianza di tutti davanti alla legge e alle imposte, la sicurezza dei beni e delle persone, le libertà religiose, del commercio e del lavoro e il diritto di proprietà accordato agli stranieri menzionati nel “Patto fondamentale” dovevano essere garantiti da nuove istituzioni statali, fra le quali un organo parlamentare – il Consiglio superiore – e una gerarchia di tribunali. In un contesto di forte espansione economica occidentale, questo nuovo quadro legale permetteva di proteggere i beni e i profitti accumulati dai commercianti europei presenti a Tunisi, mettendoli al riparo da confische da parte delle autorità locali, giudicate spesso, dagli stessi consoli, arbitrarie.
Da parte loro i dignitari della Reggenza di Tunisi, consiglieri del bey, spingevano per una Costituzione che potesse migliorare il loro stato personale. La posta in gioco per loro era quella di limitare l’onnipotenza dei bey, loro padroni. I dignitari, provenienti il più delle volte da un corpo di schiavi, i Mamelucchi, acquistati nel Caucaso o in Grecia, aspiravano al ruolo di funzionari nell’ambito di uno Stato riformato» (www.storiain.net).