La Stampa, 21 agosto 2015
Che barba. Sempre più uomini la fanno crescere, dà loro autorevolezza, si sentono più sicuri e si piacciono di più. Ma se c’è chi ne fa una semplice questione di stile, c’è anche uno psichiatra che ne fa una questione di carattere: «Il pizzetto a punta rivela un uomo bloccato nel passato, i baffi importanti indicano presunzione, il mutton chop è da gentiluomo d’altri tempi»
Alla domanda: «Come ti senti con la barba?» a Londra e Parigi rispondono «cool». A Berlino «sicuro di me», a New York e Istanbul «maturo», a Milano «maschio alfa». La moda c’è e si vede. C’è chi la spiega con la voglia di sentirsi hipster. Chi con il desiderio di enfatizzare caratteristiche virili mentre i vestiti diventano sempre più agender, se non femminili. Bruce Pask, direttore fashion uomo di T magazine, supplemento del New York Times minimizza: «È una tipica opzione maschile, riscoperta dopo anni di depilazioni esagerate». Qualunque sia la ragione, se non avete mai sentito parlare di «Soul Patch» (Bruce Springsteen) e «Chin Strip» (Billy Bob Thornton) fate parte di una minoranza. Se pensate che «Balbo» sia un personaggio del Signore degli Anelli, e non lo stile di barba di Robert Downey jr/Tony Stark in Iron Man, siete tagliati fuori. E questo taglio non arriva dalla saga di Tolkien ma dall’italianissimo Italo Balbo.
I numeri
Uno studio di Braun su 6500 uomini in 6 capitali europee dello stile (Londra, Milano, Parigi, Barcellona, Berlino, Istanbul) prova che c’è stato il sorpasso: i barbuti sono il 54%. E che in Europa, lo stile più pop è il «full beard», visto in passerella e a Hollywood, su Jake Gyllenhaal, Ryan Gosling e molti altri. Ormai è una gara. Liam Hemsworth ha guance pettinabili, Adrian Brody un mood selvaggio, Leonardo DiCaprio una siepe che sembra uscita dai ritratti dell’Ottocento. A Bradley Cooper la guancia cespugliosa fa risaltare gli occhi azzurri. A Ben Affleck regala una certa autorevolezza. Ma è New York, non Los Angeles, la capitale mondiale delle barbe. La porta il 67%. Con scelte estreme, come il lumbersexual, cioè il look da taglialegna. Tra le città europee spicca Milano con un bel 60%. A Parigi resistono lamette e rasoi: il 53% estirpa il pelo alla radice. A Berlino si incontrano i «Mutton chops», l’inconfondibile look di Wolverine/Hugh Jackman, stile tipicamente asburgico che nella tradizione italiana della barberia era noto come «Cecco Beppe». Il «Soul Patch», una sottile striscia che va dal labbro inferiore all’inizio del mento, è più in voga a Londra. Il «Chin Curtain», con la forma a U, un disegno da orecchio a orecchio che passa per la punta del mento, piace a Barcellona. È possibile trovare ispirazione su 100 beards, 100 days blog del fotografo scozzese Jonathan Pryce.
L’interpretazione
«La barba non è mai stata così popolare – ammette l’hairstylist Fabio Vivan da Londra – andrebbe personalizzata per adattarsi alla forma del viso, eppure molti non sanno scegliere quella giusta». Sperimentano, copiano le star? Solo il 9% si è ispirato alle celebs. Sei uomini su dieci hanno cominciato per pigrizia, e hanno avuto una fase incolta in cui sembravano homeless, ma poi si sono piaciuti. Forse esagerando, il 31% ha dichiarato di sentirsi più sexy, il 45% ha ricevuto complimenti e il 10% pensa di avere più successo nel lavoro. Uno su tre ha deciso che non la taglierà mai, il 16% la terrà finché è di moda. Non tutte le donne apprezzano. Un 10% è arrivato all’ultimatum con la fidanzata, ma i pro e i contro si fronteggiano, con una preferenza per gli ispidi. Lo psichiatra Allan Peterkin, esperto di storia delle culture, dà una mano con l’interpretazione. «Il pizzetto a punta rivela un uomo bloccato nel passato, i baffi importanti indicano presunzione, il mutton chop è da gentiluomo d’altri tempi».