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 2015  agosto 21 Venerdì calendario

Il geocatching, una caccia al tesoro per esplorare città, mari e monti. Il gioco sfrutta il Gps che permette di sapere la propria posizione utilizzando un piccolo ricevitore. Una volta trovata la «cache» (nel mondo ce ne sono 2.691.075, in 184 Paesi), bisogna annotare il proprio passaggio sul diario contenuto nella scatoletta e comunicare latitudine e longitudine del luogo dove il tesoro è nascosto pubblicandole sul sito internet. I giocatori non fanno altro che leggerle e cercare, con l’aiuto di un Gps, il luogo esatto dove il tesoro si trova. Un’unica regola: se si prende qualche cosa da una «cache», bisogna sostituirla con un’altra. Così un’orsetta partita dalla Scandinavia è arrivata in Alaska

I saliscendi della Plose, la montagna di Bressanone, sono una sfida continua. I tesori sono ovunque: celati tra i rami di un albero, tra le doghe di una panchina panoramica o sotto un sasso all’arrivo della funivia dove, in inverno, parte la «nera» più lunga delle Dolomiti: la Trametsch, 9 km di sci da batticuore. Ora, qui, è tutto verde. E la gara non è più in pista ma sul Woody Walk, il sentiero circolare costellato di attrazioni di legno (come la civetta gigante e l’albero d’arrampicata), laghetti e grandi prati. La mission ? Trovare le «cache» nascoste lungo il percorso, cioè i tesori: scatolette di plastica con dentro piccoli oggetti, penna e block notes dove annotare il proprio passaggio. Quello in Valle Isarco non è che un esempio; le «cache» possono essere nascoste in ogni angolo del globo. Ce n’è una nelle Piramidi in Egitto, una nel Grand Canyon e una nella Foresta Nera in Germania. A Milano? Sono a decine: aiutano a conoscere meglio la città, perché l’occhio di chi cerca è molto più attento. 
Si chiama geocaching, una sorta di caccia al tesoro versione 2.0. È un gioco (planetario), ma è anche uno sport. A volte, per trovare il tesoro, è necessario arrampicare, immergersi in acqua o infilarsi in una grotta. Soprattutto, il geocaching è un modo di viaggiare, divertendosi. La mappa? Non più su carta, ma online ( www.geocaching. com, anche su app). E il segnale Gps del telefonino per navigarla. 
Il gioco sfrutta il Global Positioning System, il sistema di localizzazione globale che permette di sapere la propria posizione utilizzando un piccolo ricevitore. Una volta trovata la «cache» (nel mondo, ce ne sono 2.691.075, in 184 Paesi), bisogna annotare il proprio passaggio sul diario contenuto nella scatoletta e comunicare latitudine e longitudine del luogo dove il tesoro è nascosto pubblicandole sul sito internet. I giocatori non fanno altro che leggerle e cercare, con l’aiuto di un Gps, il luogo esatto dove il tesoro si trova. Un’unica regola: se si prende qualche cosa da una «cache», bisogna sostituirla con un’altra. «Piccole cose, di poco valore – spiega Toni Russo, guida dell’Alto Adige e appassionato geocacher —. Il lato divertente è portare a destinazione un trackable, un oggetto, cioè, legato a un codice univoco, tracciabile nel suo viaggio da una cache all’altra sulla pagina creata dal proprietario sul portale del gioco. Alcuni hanno fatto il giro del mondo. Come l’orsetta partita dalla Scandinavia per arrivare in Alaska».