Corriere della Sera, 21 agosto 2015
Sette minuti, tanto ci ha messo Tsipras per dimettersi in diretta tv. Il premier greco ha sciolto il governo e convocato le elezioni anticipate. Il voto è previsto per il prossimo 20 settembre: «L’Europa non sarà più la stessa — dice guardando fisso in camera —. Siamo stati un esempio per altri popoli. L’idea di porre fine alle misure d’austerità sta finalmente prendendo piede, sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto. Le elezioni anticipate potranno ampliare il consenso sul programma. Voi deciderete con il vostro voto chi è in grado di ridarvi speranza»
Mi dimetto ma non mollo. Sette mesi in sette minuti, tanto è durato il discorso in diretta tv con il quale il premier greco Tsipras ha sciolto il governo e convocato le elezioni anticipate. Poche parole, pronunciate con toni meno solenni e più sobri del solito, per spiegare la drammatica sequenza di scontri e decisioni che ha cambiato l’Europa, la Grecia, e Alexis: «Vogliamo un forte mandato, un governo stabile e la solidarietà con la società che vuole le riforme in senso progressista».
«L’Europa non sarà più la stessa – dice guardando fisso in camera —. Siamo stati un esempio per altri popoli. L’idea di porre fine alle misure d’austerità sta finalmente prendendo piede, sono orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto». E l’Europa, che ha trovato nell’ex barricadero un alleato da proteggere, si affretta a dare tutto il suo appoggio. «Le elezioni anticipate potranno ampliare il consenso sul programma», commenta da Bruxelles il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker attraverso il suo capo di gabinetto.
«Non era l’accordo che volevamo, ma il migliore che potessimo ottenere – scandisce Tsipras quasi a voler convincere se stesso —. Ho la coscienza a posto, ho combattuto per il mio popolo. Oggi la difficile fase dei negoziati è finita». E anche il tempo dei proclami rivoluzionari. Non sarà un cammino in discesa. I conservatori di Nuova democrazia, che insieme a centristi e socialisti avevano garantito i numeri per l’approvazione parlamentare del terzo salvataggio, dicono già di voler «esaurire tutte le alternative» al voto previsto per il 20 settembre, ovvero provare a formare un’altra coalizione. Il leader Vangelis Meimarakis ha annunciato in serata un giro di incontri con i rappresentanti dei partiti.
Qualsiasi nuovo governo dovrà tener fede agli impegni assunti da Atene con il memorandum, pena il blocco dei finanziamenti e la riapertura della crisi. Tsipras scommette sul voto anticipato per restare al timone con un mandato ancora più forte e procedere senza dover parare i continui colpi dei dissidenti. La settimana scorsa 44 deputati della sua estrema sinistra hanno votato contro le riforme previste dal piano da 86 miliardi di euro. È un rischio calcolato. Per la maggioranza dei greci è ancora lui il leader, che non ha esitato a sacrificare il partito pur di salvare il Paese. L’ala dura di Syriza lo accusa invece di aver tradito proprio gli ideali che davano forza al suo progetto di rottura con le pratiche della vecchia politica e soprattutto con l’austerità.
È quel sogno di cambiamento che Tispras vuole rilanciare, rinnovando l’investitura popolare e la promessa di restituire alla Grecia la sovranità nazionale ceduta ai creditori in cinque anni e due salvataggi da 240 miliardi. «Il popolo deve prendere il potere. Voi dovete decidere se siamo andati avanti e se ora saremo in grado di far uscire il Paese dalla crisi. Voi deciderete con il vostro voto chi è in grado di ridarvi speranza».
L’attuazione delle riforme secondo la rigida tabella di marcia stabilita dal programma è condizione imprescindibile per l’erogazione degli aiuti, partita proprio ieri con l’esborso di 13 dei 26 miliardi della prima tranche. Immediato il rimborso alla Bce di 3,2 miliardi di bond e 200 milioni di interessi. Un piano di tagli e aumenti delle tasse, interventi decisi su liberalizzazioni e privatizzazioni. I meccanismi di monitoraggio da parte delle istituzioni sono rigidissimi, la prima verifica è prevista a ottobre. Presto il nuovo memorandum comincerà a far male. Ancora corsa contro il tempo.