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 2015  agosto 20 Giovedì calendario

Le vacanze alla ricerca di Leopardi. Boom di visitatori a Recanati e negli altri luoghi legati al poeta nelle Marche, grazie al successo del film “Il giovane favoloso” di Mario Martone. Così i turisti riscoprono, attraverso il Colle dell’Infinito e il complesso di Sant’Agostino, i versi di un autore molto attuale. Tutto esaurito in alberghi e agriturismi

Le città e le cittadine delle Marche, anche se posti a quote modeste, si affacciano su dei vasti panorami. E Recanati non fa eccezione alla regola. A nord, oltre Castelfidardo e la groppa boscosa del Conero, si intravvede il centro di Ancona. A est, oltre Loreto e il suo santuario simile a una arcigna fortezza, si distende l’azzurro Mare Adriatico.
A ovest, oltre le colline di Cingoli, chiudono l’orizzonte le piccole ma bizzarre montagne che separano Fabriano dall’Umbria. Dal Colle dell’Infinito, il cocuzzolo rivestito da un giardino che si alza all’estremità del centro storico, lo sguardo spazia verso la valle del Potenza e i colli di Macerata. Più in là, nelle giornate serene, si alzano i Sibillini, le più alte montagne delle Marche.
DOLCI SOGNI
«Che dolci sogni mi spirò la vista / Di quel lontano mar, quei monti azzurri» ha scritto nel 1829 Giacomo Leopardi, il poeta che ha reso Recanati celebre in Italia e nel mondo. Da decenni, questi due versi vengono utilizzati per promuovere il turismo in questa regione di colline e di borghi, dove il mare e l’Appennino sono sempre a portata di mano.
Oggi Recanati e i suoi colli sono al centro del mondo. Quindici chilometri, dalla casa dov’è nato nel 1798 il poeta, portano alle spiagge di Porto Recanati. Più a nord è la costa rocciosa di Numana, Portonovo e Sirolo. Tra le colline e la costa corrono l’autostrada e la ferrovia che collegano Bologna e Ancona con Pescara e la Puglia. Ai visitatori attratti dalle opere di Leopardi si affiancano in estate i bagnanti che lasciano per qualche ora le spiagge.
Da un anno, il successo de Il giovane favoloso, il film di Mario Martone che racconta la vita di Leopardi (il poeta è interpretato da un grande Elio Germano) ha fatto della cittadina una meta ancora più nota. Il film, presentato nel 2014 a Venezia, ha avuto grande successo nelle sale e ha ricevuto una lunga serie di premi (David di Donatello, Nastro d’Argento, Globo d’Oro).
Dall’inizio dell’estate, lunghe file di visitatori in attesa si sono formate ogni giorno davanti alla Casa Leopardi, che ospita gli appartamenti della famiglia ma anche il museo (che si visita con guida) dove sono esposti i libri, i documenti e molti oggetti di vita quotidiana del poeta.
Da due mesi, c’è un grande afflusso di visitatori italiani e stranieri anche davanti alla statua di Giacomo nella piazza centrale (oggi Piazza Leopardi, ovviamente), tra i pini del Colle dell’Infinito e del Monte Tabor. E nel complesso di Sant’Agostino, con la Torre del Passero Solitario.
Da due mesi, nei posteggi di Recanati, è difficile trovare un posto libero. Bar, ristoranti, negozi e bed & breakfast del centro storico fanno ottimi affari, e lo stesso vale per gli agriturismi della zona. «È bello vedere la nostra Recanati invasa, sono felice della crescente presenza di stranieri» commenta il sindaco Francesco Fiordomo.
Accanto ai luoghi legati a Leopardi, meritano una visita il Duomo, le altre chiese del centro, la Villa Colloredo Mels con il Museo dell’Emigrazione Marchigiana. E la statua e il Museo dedicati a un altro figlio illustre di Recanati, il tenore Beniamino Gigli, uno dei nomi più noti dell’opera del Ventesimo Secolo.
LUOGO CHIUSO
Non è facile, nella Recanati aperta e cosmopolita di oggi, capire quanto due secoli fa la provincia marchigiana, al tempo parte dello Stato Pontificio, fosse un luogo chiuso, bigotto e remoto. Nelle opere, come nella biografia di Giacomo, compaiono raramente Ancona, Macerata, Loreto e gli altri centri dei dintorni. Prevale la voglia di andare lontano, verso la “ospitalissima” Bologna, o verso Pisa che per il giovane poeta malato è “una beatitudine”.
L’ansia di allontanarsi da Recanati del giovane e “favoloso” Leopardi lo porta ad apprezzare perfino Roma, la capitale del Papa. Una “città oziosa, dissipata, senza metodo”, dove però la tomba di Torquato Tasso in Sant’Onofrio è “uno dei posti più belli della terra”. Lo stesso vale per Firenze che definisce “sporchissima e fetidissima città”, ma che gli riserva dei momenti intensi e vitali. Rientra ovviamente nell’elenco Napoli, dove il poeta trascorre i suoi ultimi mesi di vita, e dove si spegne il 14 giugno del 1837.
MONTI AZZURRI
Almeno due luoghi delle Marche, però, meritano di essere toccati dai visitatori in cerca di storie e documenti leopardiani. Il primo è Visso, borgo medievale ai piedi dei Sibillini, i “Monti Azzurri” del poeta, dove nel bel Museo Diocesano sono esposti alcuni manoscritti leopardiani.
Il secondo è Montelupone, piccolo centro a cinque chilometri in linea d’aria da Recanati. Qui i marchesi Antici, la famiglia della madre di Giacomo, possedevano la tenuta di San Firmano. Secondo una voce da sempre diffusa tra i locali, invece che nel palazzo di Recanati, Giacomo Leopardi potrebbe essere nato qui. Oggi Montelupone è un Comune indipendente, e l’amministrazione promette nuove ricerche sul tema. Il borgo e le colline meritano di essere inclusi nel tour.