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 2015  agosto 19 Mercoledì calendario

Nicole Barr, la dodicenne rom più geniale della terra. Ha totalizzato un punteggio di 162 al test sul Qi del Mensa ed è entrata a far parte dell’1 per cento delle persone più intelligenti al mondo. Timida e riservata, imbarazzata, impacciata, creativa e infantile: si programma i videogiochi da sola da quando aveva sette anni, ha paura dell’altezza e dei ragni, preferisce le biografie ai fantasy. E ora vuole diventare medico e curare il cancro e l’ebola: «Devo tenere alte le mie aspettative, e poi qual è il punto di avere un alto QI se non lo usi?». Come darle torto?

Mi mostra il certificato ufficiale, fresco di consegna, Nicole Barr, la ragazzina inglese di dodici anni appartenente alla comunità Rom che ha totalizzato un punteggio di 162 al test sul quoziente intellettivo del Mensa (“The High IQ Society”, www.mensa.it). L’associazione internazionale fondata nel 1946 ha lo scopo di riunire le menti più brillanti del pianeta e il risultato colloca Nicole nell’1% delle persone più intelligenti al mondo, al di sopra d’illustri nomi che hanno dato un contributo notevole al progresso della scienza, come Albert Einstein e Stephen Hawking (“ma – dice – non mi paragonerei a loro: hanno fatto cose grandiose”).
Nicole è timida e riservata, imbarazzata dal suo primo incontro con un giornalista. Viveva in una roulotte, adesso abita con la madre in un appartamento di Harlow, una piccola cittadina a nord di Londra: “Mi ha infastidito che i giornali abbiano scritto che vivo in una roulotte con mio padre, non mi piacciono le bugie”. Mentre risponde alle domande, la madre le spazzola i capelli; mi racconta che ama rimanere nella sua stanza e giocare ai videogiochi, alcuni personalizzati: “Li so programmare da sola, scrivo i codici da quando avevo sette anni”.
Non le dispiacerebbe lavorare in quel settore, ma la sua passione per la medicina prevale. Ha un poster in camera del suo gioco preferito, Minecraft, e mi mostra orgogliosa la sua collezione di carte dei Pokemon: “Mi piace scoprire le differenze tra le carte e m’intriga la strategia del gioco”, dice col suo linguaggio forbito. Come tutti i bambini, Nicole si diverte facendo combattere i suoi giocattoli e guardando i suoi Youtubers preferiti, ma scrive anche racconti e corregge la grammatica della madre.
Mi fa spegnere il registratore quando imita alcuni Pokemon e si vergogna di rivelare il suo cantante preferito: “Mi piacciono i 5SOS, questo lo puoi dire”. Si definisce una persona non proprio mattiniera, impacciata, creativa e infantile; ha paura dell’altezza e dei ragni, preferisce le biografie ai fantasy.
E poi sogna di incontrare Hawking: “Lo ammiro perché persino quando ha avuto una terribile malattia, non si è arreso”. Quando le domando cosa gli chiederebbe, si emoziona e non riesce a parlare. La bambina, finita sulle pagine dei giornali di tutto il mondo nei giorni scorsi, è brillante e curiosa: sta imparando lo spagnolo da sola e un giorno, nel dipartimento di musica della scuola, ha cominciato a suonare una melodia al piano senza aver mai preso lezioni, davanti agli occhi attoniti della madre, che fa tre lavori per permettere alla figlia di frequentare la Burnt Mill Academy: “Ho sempre saputo che fosse dotata, ecco perché volevo che restasse a scuola, invece di lasciare come fanno molti bambini Rom alla sua età”.
In futuro, a Nicole piacerebbe visitare il Canada e studiare medicina a Cambridge per “diventare un dottore e trovare la cura per il cancro e l’ebola”; è sensibile ed emotiva e mostra tutto il suo lato infantile quando traffica col suo cellulare con la cover dei Minions. Non le piace uscire, ha pochissimi amici e preferisce parlare con gli adulti; non impazzisce per lo shopping e le feste: “Sarei quella all’angolo che non parla con nessuno”.
Prima di andarmene, sottopone me e la madre ad alcune domande prese dal magazine Mensa e sorrido quando mi suggerisce: “Dovresti fare il test”. Non si considera un genio: “Tutti possono fare quello che si prefiggono nella vita, qualunque sia il loro QI”, ma sente la responsabilità del clamore di queste settimane: “Devo tenere alte le mie aspettative, e poi qual è il punto di avere un alto QI se non lo usi?”.