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 2015  agosto 19 Mercoledì calendario

E Berlino si compra gli aeroporti greci. Atene privatizza i suoi scali e la tedesca Fraport conclude una concessione da 1,2 miliardi per 40 anni per gestire fra gli altri quello di Rodi, Salonicco, di Cefalonia, Skiathos, Mikonos e Santorini. Tutte mete turistiche di primaria importanza, che ogni anno richiamano in Grecia milioni di turisti

Syriza ha firmato la sua prima privatizzazione e gli acquirenti sono tedeschi. La joint venture teutonica Fraport – Slentel si è aggiudicata una concessione quarantennale di quattordici aeroporti regionali della Grecia, per un totale di 1,23 miliardi di euro. La luce verde è arrivata ufficialmente con la pubblicazione della decisione sulla gazzetta ufficiale ellenica, che porta le firme del vice primo ministro Janis Dargasakis, del ministro dell’economia Stathakis e delle finanze Tsakalotos, nonché del responsabile del dicastero per la riorganizzazione produttiva, Skourletis. Tra gli aeroporti privatizzati troviamo quello di Rodi, Salonicco, di Cefalonia, Skiathos, Mikonos e Santorini. Tutte mete turistiche di primaria importanza, che ogni anno richiamano in Grecia milioni di turisti.
La Fraport, come riportato dalla stampa greca, ha come principali azionisti la regione tedesca dell’Assia, la sua Camera di Commercio e Industria, e la compagnia aerea Lufthansa.
Il ministero per la riorganizzazione produttiva ha voluto fare filtrare che continuano i colloqui per definire i dettagli dell’accordo, in modo che possa essere chiaro che in infrastrutture di primaria importanza come gli aeroporti, ci deve comunque essere un controllo, una specie di supervisione pubblica.
La Fraport-Slentel, in realtà, era già stata indicata come investitore privilegiato lo scorso anno, dal governo di coalizione di centrodestra e socialisti. L’affare, però, si era bloccato dopo le elezioni del 25 gennaio, vinte da Syriza. In realtà lo stesso Alexis Tsipras avrebbe voluto far rimanere gli scali aeroportuali in mano pubblica, ma i recenti accordi e le condizioni imposte dai creditori internazionali, non permettono, almeno al momento, di mantenere una presenza forte dello stato nell’ economia del paese.
PORTA STRETTA
Anche questi ultimo sviluppi sono stati motivo di ulteriore tensione all’interno della compagine di governo: «l’esecutivo ha consegnato, ricevendo in cambio un importo complessivo molto basso, i quattordici più appetibili aeroporti regionali del Paese. Un bottino per gli interessi tedeschi», sottolinea, tramite il suo sito, la minoranza di sinistra di Syriza, la quale parla anche del «primo passo per l’attuazione del nuovo memorandum, per la svendita generale del Paese».
A queste prese di posizione risponde il ministro alla presidenza, Nikos Pappas, tra i più stretti collaboratori di Tsipras, secondo il quale «la minoranza della Piattaforma di Sinistra propone un memorandum con ritorno alla dracma», mentre «non si può più andare avanti con una situazione di sostanziale ermafroditismo politico, nella quale si dichiara di sostenere il governo, votando, però, contro i provvedimenti che propone».
Nel frattempo, il centrodestra cerca di sfruttare a proprio vantaggio la privatizzazione degli aeroporti: l’ex primo ministro, Andònis Samaràs, parlando con suoi colleghi del centrodestra di Nuova Democrazia, sottolinea che Syriza, «dopo aver condannato, quando era all’opposizione, l’accordo sugli scali aeroportuali, ora lo adotta, ritiene si tratti di un accordo utile ed importante e non chiede neanche scusa». Al momento, tuttavia, oltre alle polemiche legate all’attualità, la compagine conservatrice greca non dispone di esponenti di spicco che possano cercare di rubare la scena politica ad Alexis Tsipras. Riguardo agli altri importanti investimenti esteri, le offerte per la privatizzazione del porto del Pireo e di Salonicco dovrebbero arrivare entro fine ottobre, mentre dopo circa due mesi sarà il turno della rete ferroviaria. C’ è chi sostiene – e forse non a torto – che il vero obiettivo del nuovo memorandum di austerità imposto al paese fosse velocizzare la cessione delle infrastrutture strategiche, che, a quanto pare, andranno tutte in mano straniera. Passando, infine, all’attualità politica, secondo molti analisti, sono due gli scenari più probabili per l’immediato futuro: o il ricorso al voto di fiducia entro il 26 agosto, e in caso di spaccatura di Syriza, elezioni anticipate in settembre. O, con una visione più strategica, privilegiare l’approvazione, nei prossimi due mesi, delle leggi attuative più importanti, legate al compromesso con i creditori, fosse anche con l’aiuto delle opposizioni. Dopo aver ricevuto la prima valutazione favorevole da parte delle istituzioni creditrici – quindi altri 3 miliardi di euro di aiuti e aver rafforzato le banche – Tsipras potrebbe andare al voto a novembre, promettendo di dare battaglia per l’alleggerimento del debito pubblico.