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 2015  agosto 19 Mercoledì calendario

I nuovi direttori dei musei. Su venti dieci sono donne, sette sono stranieri, quattro gli italiani che rientrano dopo incarichi all’estero. L’età media è di 50 anni. Così la Galleria degli Uffizi a Firenze finisce in mano al tedesco Eike Schmidt e la Pinacoteca di Brera in quelle dell’anglo-irlandese James Bradburne. A Roma, alla Galleria Borghese resta Anna Coliva che la dirige dal 2006: è considerata una delle massime esperte al mondo della collezione

Cambiano i responsabili dei venti principali musei italiani dopo la riforma voluta dal ministro Dario Franceschini e la selezione curata dalla commissione presieduta da Paolo Baratta. Sette i direttori stranieri (tutti europei), quattro gli italiani che rientrano dopo incarichi in diverse parti del mondo, dieci sono uomini e dieci sono donne, l’età media è di cinquant’anni.
Le novità più clamorose riguardano la Galleria degli Uffizi a Firenze e la Pinacoteca di Brera. A Firenze il direttore Antonio Natali lascia il posto a Eike Schmidt, 47 anni, tedesco, dal 2009 curatore al Minneapolis Institute of Art. Sandrina Bandera, a Milano, cede l’ufficio a James Bradburne, 59, museologo anglo-canadese, dal 2006 fino a poco tempo fa direttore della Fondazione Palazzo Strozzi a Firenze. A Roma, alla Galleria Borghese resta Anna Coliva che la dirige dal 2006: è considerata – si legge sul sito del ministero – una delle massime esperte al mondo della collezione. A Capodimonte andrà Sylvain Bellenger, francese, dal 2012 all’Art Institute of Chicago, e Gabriel Zuchtriegel, 34 anni, archeologo tedesco, conquista il parco Archeologico di Paestum. L’austriaco Peter Assmann, già presidente dell’Associazione dei musei austriaci, guiderà il Palazzo Ducale di Mantova mentre Cecilie Hollberg raggiungerà Firenze e la Galleria dell’Accademia lasciando lo Städtisches Museum di Brunswick. Alla Galleria nazionale delle Marche a Urbino ecco Peter Aufreiter, 40 anni, ex dirigente al Belvedere di Vienna.
Poi ci sono arrivi italiani molto attesi, come quello di Cristiana Collu, ex Mart di Rovereto, alla Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma. E poi i quattro «rientri» in Italia: Martina Bagnoli dal Walters Art Museum di Baltimora, dove è curatore capo di arte e manoscritti medievali, dirigerà a Modena la Galleria Estense. Flaminia Gennari Santori, nuova direttrice delle Gallerie nazionali di Arte antica di Roma, arriva dai vertici del Vizcaya Museum and Gardens di Miami, in Florida, dove è stata vice-direttore e curatore. Paola D’Agostino, neo-direttore del Museo nazionale del Bargello, lascia la Yale University Art Gallery dove ricopre l’incarico di Nina and Lee Griggs Assistant Curator di arte europea. Eva Degl’Innocenti dirigerà il Museo archeologico nazionale di Taranto dopo la direzione del Servizio dei beni culturali e del museo centro d’interpretazione Coriosolis della Comunità dei Comuni Plancoët Plélan in Bretagna.
Un vasto rimescolamento di carte che ha attirato molti consensi (per il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni la nomina di James Bradburne a Brera «rappresenterà certamente una svolta positiva nella tormentata storia del progetto della Grande Brera»), ma anche tante contestazioni. Prima tra tutte quella di Vittorio Sgarbi: «Altro che svolta, quello di Franceschini è un errore grave: non si umiliano così i funzionari delle sovrintendenze. La verità è che i sovrintendenti dovrebbero ribellarsi a un metodo profondamente ingiusto e sbagliato». Oggi la notizia apparirà sul Times, sul New York Times e sul Guardian, tutti quotidiani che ieri hanno intervistato Franceschini.