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 2015  agosto 18 Martedì calendario

È stata assegnata la scorta a Lucia Borsellino. Alla vigilia di Ferragosto una nota riservata dell’Interpol ha fatto scattare un’improvvisa allerta attorno alla figlia del giudice Paolo, che qualche settimana fa si è dimessa dall’incarico di assessore alla Sanità della giunta Crocetta. Una fonte, in Germania, ha parlato del «rischio di ritorsioni, per la sua attività». Adesso lei medita di fare un’altra esperienza professionale, lontano da Palermo, forse a Roma, al ministero della Sanità

Alla vigilia di Ferragosto, una nota riservata dell’Interpol ha fatto scattare un’improvvisa allerta attorno a Lucia Borsellino, la figlia del giudice Paolo, che qualche settimana fa si è dimessa dall’incarico di assessore alla Sanità della giunta Crocetta. Una fonte, in Germania, ha parlato del «rischio di ritorsioni, per la sua attività». Ed è subito partita la segnalazione, che è arrivata al Servizio centrale operativo della Polizia. Il ministero dell’Interno si è attivato immediatamente. Il 13 agosto, il prefetto di Palermo Francesca Cannizzo ha convocato il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Il giorno dopo, c’era già un’auto blindata con due poliziotti del reparto scorte davanti all’abitazione di Lucia Borsellino.
Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha aperto un’inchiesta per scoprire qualcosa di più preciso sulla fonte riservata dell’Interpol che ha fatto scattare l’allarme. Un’indagine è stata delegata agli investigatori dello Sco. Un’indagine che non si presenta facile, ma è urgente, per scoprire in quale ambiente la fonte abbia raccolto le notizie.
La Germania rievoca gli ultimi viaggi del procuratore Paolo Borsellino, in quella terribile estate del 1992, per scoprire gli assassini del giudice Rosario Livatino. In Germania, c’erano (e continuano ad esserci) gruppi mafiosi legati soprattutto alle cosche agrigentine. Ma la fonte ha spiegato che Lucia Borsellino è a rischio «per la sua attività». Fino al 30 giugno, la figlia del giudice Borsellino si è battuta contro le lobby della sanità siciliana, spesso al confine fra mafia e politica. Da assessore ha anche denunciato alla procura di Palermo pesanti pressioni subite da direttori generali e politici vicini al presidente Crocetta. E, soprattutto, è entrata in rotta di collisione con il medico personale del governatore, quel Matteo Tutino finito agli arresti domiciliari per truffa e peculato. Proprio all’indomani del suo arresto, Lucia Borsellino si è dimessa, scrivendo: «Lascio il mio incarico per ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con il mio mandato». Parole pesanti, ribadite dal fratello Manfredi davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la cerimonia in ricordo del giudice Paolo e degli agenti di scorta.
Chi ha incontrato Lucia Borsellino in queste ore racconta della sua amarezza per quello che continua ad accadere attorno a lei. Amarezza, ma anche tanta determinazione a impegnarsi per la Sicilia. Però, adesso, Lucia Borsellino medita di fare un’altra esperienza professionale, lontano da Palermo. Una scelta maturata da qualche tempo. E ci sarebbe già una prospettiva precisa, a Roma, al ministero della Sanità.
Di sicuro, adesso, Lucia Borsellino vive con disagio la sua nuova vita blindata. Quando un funzionario della questura l’ha informata della decisione che la riguardava, ha chiesto: «Cosa posso fare per evitarla?». Le è stato spiegato che per il momento è una misura ritenuta necessaria. Dunque, vacanze blindate per Lucia, in questi giorni in vacanza nella zona di Cefalù. Dove lavora suo fratello Manfredi, il dirigente del commissariato di polizia. Per i Borsellino, un’estate difficile.