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 2015  agosto 18 Martedì calendario

Quei pranzi in cui, tra un bicchiere di Amarone e uno di prosecco, una tiritera su Berlusconi e un gatto di troppo, Bocca, Montanelli e Biagi eleggevano il giornalista dell’anno. Il primo a vincere fu Curzio Maltese, per Ettore Mo la fumata bianca arrivò in cinque minuti ma se c’era un contrasto, subito uno dei tre diceva: «Allora che si fa si mangia e si beve?». È Giornalimo, bellezza

A due passi da corso Magenta, dove abitava Giorgio Bocca. In pieno centro di Milano. Il pranzo si teneva lì. Cucinava la cuoca di casa. Indro Montanelli ed Enzo Biagi suonavano all’una in punto. Se ne andavano alle tre. Il pranzo finiva con la fumata bianca: l’elezione del giornalista dell’anno.
Al pranzo partecipava anche Giancarlo Aneri, l’imprenditore che ha ideato il premio «è Giornalismo» (quest’anno è stato scelto Massimo Gramellini). Sono passati venti anni dalla prima edizione. Funzionava così: uno dei tre giornalisti proponeva il candidato, gli altri due potevano porre il veto o rilanciare. Il primo a vincere fu Curzio Maltese. A proporlo fu Biagi. Quando nasceva un contrasto, uno dei tre diceva: «Allora che si fa si mangia e si beve?». Non hanno mai litigato per un nome. Tranne per Francesco Merlo. Montanelli lo propose due volte. Ma Bocca non voleva saperne. «Lui no». Trenta minuti bastavano per la fumata bianca. Solo in un caso ci vollero cinque secondi, con Ettore Mo. L’aveva proposto Bocca.
La cuoca preparava pesce. Ma c’era anche la carne. Montanelli e Biagi bevevano solo un bicchiere di prosecco. Bocca apprezzava l’Amarone che portava Aneri.
Scelto il candidato c’era tempo per discutere di tutto: politica, sport e donne. Ma anche di pettegolezzi sui colleghi. Immancabili quelli su Eugenio Scalfari. «A Montanelli non era simpatico», dice Aneri. «Bocca lo difendeva, Biagi mediava. Anche se Montanelli quando capiva che la discussione si faceva rovente mollava il colpo». Fece la stessa cosa col gatto. Bocca ne aveva uno in casa. Durante un pranzo si accovacciò sulle gambe di Montanelli. «Disturba?». «Ma no. Figurati», disse a Bocca. Quando uscirono, Montanelli sbottò: «Se il prossimo anno c’è ancora quel gatto io lo strozzo».
Un anno il premio fu dato a Natalia Aspesi. La giornalista chiese se poteva entrare a far parte della giuria. Ci teneva. I tre gli risposero in coro: «Abbiamo già dato scegliendoti».
Immancabile la discussione su Berlusconi. Con distinguo. Montanelli e Biagi lo consideravano un uomo generoso (Biagi: «Se dovessi aver bisogno di un aereo per curarmi me lo metterebbe a disposizione». Montanelli: «Quando cadrà in disgrazia politica lo difenderò dai ruffiani»). Bocca, no. Proprio non ce la faceva a vedere l’umano in Berlusconi. E iniziava le sue tiritere. Finché uno diceva: «Allora si beve?».