18 agosto 2015
Attentato a Bangkok: almeno diciannove morti e cento feriti • Angela Merkel visita Expo 2015 • La seconda vita di Obama • Il tesoretto dei coniugi uccisi a Brescia • Crolla il consumo di pane
Attentato 1 Una potente esplosione ha sconvolto il centro di Bangkok, capitale della Thailandia ieri intorno alle 19 ore locali (le 14 italiane). La bomba è scoppiata in una delle zone più frequentate della città, tra shopping center, hotel e il celebre tempio di Erawan molto visitato anche dai turisti. Un tubo riempito di esplosivo, «almeno tre chili», secondo le autorità, ha provocato una strage. Nascosto sotto una panchina, vicino al piccolo palco dove, ogni giorno, si esibiscono giovani ballerine il cui compito è favorire l’esaudirsi delle preghiere dei fedeli, l’ordigno ha ucciso sul colpo 19 persone: tra questi, due turisti cinesi e un filippino. I feriti sono oltre cento, molti gravissimi. La scena che si è presentata ai soccorritori era spaventosa. «C’erano corpi smembrati ovunque — ha raccontato Marko Cunningham, un volontario neozelandese giunto sul posto con un’autoambulanza —. Mai visto nulla di simile: la bomba aveva lasciato un cratere di due metri».
Attentato 2 L’attentato ieri sera non era stato ancora rivendicato ma per il vicepremier e ministro della Difesa Prawit Wonsuwan gli autori del gesto criminale «intendevano distruggere l’economia e il settore turistico». Di altro avviso il deputato Kraisak Choonhavan, figlio di un’ex premier-generale, e ora rappresentante dell’opposizione, che ha detto al Corriere della Sera: «In questo momento non è possibile indicare con precisione i responsabili. Però è un fatto che il Paese viva ormai nell’instabilità da tempo, mentre il confronto tra le camicie rosse fedeli al premier in esilio Thaksin Shinawatra e le camicie gialle vicine alla Casa regnante continua a essere aspro, a volte violento». Il politico thailandese ricorda anche come la Commissione anticorruzione stia «con grave ritardo» tentando di portare a giudizio sia Thaksin — al momento rifugiato a Dubai — sia la sorella Yingluck, ex premier estromessa dal potere dai militari a maggio di un anno fa. «Dico solo come ogni volta che per Thaksin e i suoi sodali si avvicina la resa dei conti giudiziaria, accade qualcosa di brutto». (Salom, Cds).
Merkel Merkel Angela, con il marito Joachim Sauer, ha visitato Expo 2015. Matteo Renzi, con la moglie Agnese e il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, ha fatto da anfitrione. Durante la visita, di poche ore, la Merkel rispondendo ai cronisti ha promosso Renzi e l’Italia: «Assolutamente sì». Un voto da uno da 10: «Very good». Poi durante la cena informale, con i rispettivi consorti, comunque Palazzo Chigi fa sapere che si è discusso di tutto, toccando i maggiori temi europei, dall’immigrazione all’economia, agli sforzi che ha davanti a sé l’Unione Europea per tornare ad un crescita più sostenuta di quella attuale. Su un concetto sembra che la sintonia sia ormai totale: anche la cancelliera, come del resto il presidente del Consiglio, sarebbe convinta che l’Europa «non può più essere la fortezza del rigore e dell’austerità, ma deve diventare una frontiera dell’innovazione, se vuole tornare a imporsi sulla scena globale». Una sintonia che si è estesa al tema dell’immigrazione e delle politiche di asilo europee. Per la prima volta le posizioni di Berlino e di Roma sono coincidenti e anche Merkel punta a un piano di asilo europeo più efficace di quello varato all’ultimo Consiglio, argomento di cui ha discusso con il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, prima di arrivare a Milano. Concetti che sicuramente richiamano e anticipano altri confronti che verranno, nel breve e medio periodo, fra i due leader. Secondo le intenzioni di Renzi infatti la prossima legge di Stabilità metterà nero su bianco una riduzione della pressione fiscale che avrà bisogno dell’autorizzazione di Bruxelles, e dunque anche del consenso ultimo di Berlino, per essere finanziata. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Obama Obama, una volta lasciata la Casa bianca (l’anno prossimo), come gli altri ex presidenti degli Stati Uniti avrà una library a lui intitolata. Si tratta di biblioteche che raccolgono tutti i documenti e i materiali che si ritiene sia necessario conservare sull’attività del presidente cui si riferiscono. Obama avrebbe in mente di lasciare in eredità al Paese una biblioteca che raccolga documenti che, grazie a Internet, saranno liberamente consultabili da qualunque parte del mondo. L’idea sarebbe arrivata quando, dopo la rielezione del 2012, il regista Steven Spielberg fu invitato alla Casa Bianca per la proiezione del film su Lincoln. In quell’occasione, rivela il Times, Barack Obama parve molto interessato alle tecniche che si usano per raccontare storie, tanto che il regista starebbe ora collaborando a sviluppare un modo specifico di narrare la sua presidenza. La libreria includerà un ufficio per l’ex presidente, anche se Obama potrebbe scegliere di restare a Washington almeno finché Sasha, la figlia più piccola 14enne, non avrà completato le superiori. C’è anche chi dice che potrebbe risiedere a New York, nel qual caso l’ufficio sarebbe ospitato nella Columbia University dove si laureò nell’83. Obama vorrebbe anche costituire una fondazione impegnata su temi come il superamento delle diseguaglianze economiche, sociali e razziali. C’è chi dice che per realizzare la sua visione post – presidenziale ci vorranno un miliardo di dollari che dovranno arrivare dalle donazioni: sarebbe stato anche questo l’argomento di una cena alla Casa Bianca alla quale sono stati invitati miliardari come Hoffman, guru di LinkedIn. (Guastella, Cds)
Brescia 1 Muhammad Adnan, 32 anni, pachistano con pizzeria in via Val Saviore a Brescia che assieme al suo dipendente indiano Sarbjit Singh, 32 anni pure lui, ha sparato a Francesco «Frank» Seramondi, 67 anni e la moglie Giovanna Ferrari, 65, si è arroccato su un movente che non convince: «L’ho ucciso perché lavorava solo lui, davanti al mio negozio aveva mandato gli spacciatori e i drogati, così io non facevo affari e non riuscivo a pagare i debiti». La «concorrenza sleale» per gli inquirenti non basta a giustificare tanta efferatezza, pare un motivo sproporzionato per il massacro di martedì scorso. Chi indaga cerca altro, e tutte le relazioni e gli affari sia degli assassini che delle vittime sono scandagliati dalla Mobile e dalla Guardia di Finanza. Nel mirino anche il tesoretto trovato a casa delle vittime e da parenti e dipendenti: quasi 800 mila euro.
Brescia 2 Il giorno del duplice delitto, Adnan si era fatto intervistare dai giornalisti arrivati sul piazzale. In testa il berretto bianco da pasticcere, aveva detto di non conoscere Frank di persona e si era lamentato della zona: «Fa schifo, io chiamo sempre la polizia e i carabinieri per dire che c’è droga, ma mi rispondono male. Io è quattro anni che son qui e pago le tasse». All’arrivo della polizia aveva filmato le volanti con il suo cellulare. Ma è stato incastrato dalle telecamere di Frank, in primis, che avevano ripreso lui e l’indiano sullo scooter che poi, durante la fuga verso Roncadelle, avevano caricato a bordo di un’Alfa e fatto a pezzi (come anche i caschi usati) perché non venisse mai ritrovato.
Pane 1 Nel 1861 gli italiani — età media 27 anni — mangiavano ogni giorno un chilo e cento grammi di pane a testa. Dopo 154 anni siamo quasi triplicati rispetto ai 22 milioni che eravamo e oggi siamo scesi in media a un paio di fettine al giorno, cioè fra i 90 e i 100 grammi cadauno (Fasano, Cds).
Pane 2 Dal 2007 a oggi sono andate perdute 3.108 imprese del comparto della panificazione: erano 44.406 nel 2007, sono diventate 41.298 nel 2014 (ibidem).
Pane 3 Uno studio presentato pochi giorni fa dalla Coldiretti dice che, per l’effetto crisi, il 46% degli italiani mangia il pane avanzato del giorno prima (ibidem).
(a cura di Roberta Mercuri)