Corriere della Sera, 18 agosto 2015
La biblioteca di Obama. Il Presidente Usa avrebbe in mente di lasciare in eredità al Paese una struttura che raccolga documenti che, grazie a internet, saranno liberamente consultabili da qualunque parte del mondo. E Spielberg starebbe collaborando con lui per sviluppare un modo specifico di narrare la sua presidenza. Per realizzare questo progetto ci vorranno un miliardo di dollari ma dovrebbero arrivare dalle donazioni
Una biblioteca presidenziale aperta al mondo, digitale e connessa, e la sua fondazione impegnata su temi come il superamento delle diseguaglianze economiche, sociali e razziali: è la visione post-presidenziale che Barack Obama starebbe pianificando. Per realizzarla c’è chi dice ci vorranno un miliardo di dollari che dovranno arrivare dalle donazioni.
Come per gli altri ex presidenti degli Stati Uniti, una volta lasciata la Casa bianca anche Obama avrà una library a lui intitolata. Si tratta di biblioteche che raccolgono tutti i documenti e i materiali che si ritiene sia necessario conservare sull’attività del presidente cui si riferiscono. Per quella dell’attuale Comandante in capo, che avrà sede a Chicago, la sua città, entro il mese la fondazione Obama consulterà una serie di studi di architettura per dare il via al progetto dell’edificio.
Intanto, però, Barack Obama comincia a guardare a dopo il mandato che scadrà nel gennaio 2017. Fuoriclasse nelle campagne elettorali, è dotato anche di una straordinaria capacità di raccogliere fondi, abilità alla quale dovrà ancora fare ricorso dopo la fine del mandato se vuole finanziare la onerosa costruzione della biblioteca e l’attività della fondazione.
Gli ambiziosi obiettivi su cui focalizzare l’impegno sono stati uno degli argomenti di conversazione dopo una recente cena alla quale, come ha rivelato il New York Times, hanno partecipato alla Casa Bianca, oltre al Presidente e alla consorte Michelle, altre 13 persone, tra cui imprenditori del calibro di Red Hoffman, il miliardario presidente di LinkedIn, l’investitore John Doerr, il fondatore della Sun Microsystem Vinod Khosla e l’attrice Eva Longoria.
Sebbene l’anno scorso abbia dichiarato di non aver ancora progetti, il Presidente avrebbe in mente di lasciare in eredità al Paese una struttura che raccolga documenti che, grazie a internet, saranno liberamente consultabili da qualunque parte del mondo. L’idea sarebbe arrivata quando, dopo la rielezione del 2012, il regista Steven Spielberg fu invitato alla Casa Bianca per la proiezione del film su Lincoln. In quell’occasione, rivela il Times, Barack Obama parve molto interessato alle tecniche e alla tecnologia che si usano per raccontare storie, tanto che il regista starebbe ora collaborando a sviluppare un modo specifico di narrare la sua presidenza. La libreria includerà un ufficio per l’ex presidente, anche se Obama potrebbe scegliere di restare a Washington almeno finché Sasha, la figlia più piccola 14enne, non avrà completato le superiori. C’è anche chi dice che potrebbe risiedere a New York, nel qual caso l’ufficio sarebbe ospitato nella Columbia University dove si laureò nell’83.
Il presidente spesso si è interessato al sistema carcerario, e la riforma della giustizia penale potrebbe essere uno dei temi di impegno della sua fondazione. Così come, sempre guardando a come si è mosso, potrebbero esserlo le disuguaglianze sociali e lo storico cavallo di battaglia dell’assistenza sanitaria, mentre, sul piano internazionale, i temi ruoterebbero intorno alle azioni di riavvicinamento con altri stati, come l’accordo con l’Iran sul nucleare e la riapertura delle relazioni diplomatiche con Cuba.
Per fare questo, però, ci vuole molto denaro. Se George W. Bush raccolse ben mezzo miliardo di dollari, le persone vicine a Obama stimano che per vedere compiuto l’ambizioso progetto del primo presidente afroamericano ci vorranno almeno il doppio dei soldi. Anche per evitare che si ripeta quanto è accaduto a Clinton che, fermatosi alla quota per la costruzione della biblioteca a Little Rock (Arkansas), poi è stato costretto a chiedere donazioni anche dopo anni dalla fine del suo mandato.