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 2015  agosto 17 Lunedì calendario

C’è un nuovo Triangolo delle Bermuda che divora gli aerei fra la Malaysia, l’Indonesia e Taiwan? Ieri la serie di sciagure si è allungata con un Atr-42 della compagnia indonesiana Trigana Air esploso contro una montagna di Papua, 54 le vittime. Una serie nera cominciata l’8 marzo 2014 con un Boeing della Malaysia Airlines scomparso dai radar con 239 persone

Ma c’è un nuovo Triangolo delle Bermuda che divora gli aerei fra la Malaysia, l’Indonesia e Taiwan? Di sicuro c’è una lista di sciagure, e ieri si è allungata con un Atr-42 della compagnia indonesiana Trigana Air esploso contro una montagna di Papua (54 vittime). La serie nera è cominciata l’8 marzo 2014 con un Boeing della Malaysia Airlines scomparso dai radar con 239 persone; qualche giorno fa, un pezzo di quell’aereo è stato recuperato vicino all’isola di Réunion, ma il mistero resta. Altre sciagure nel nuovo «Triangolo»: il 28 dicembre 2014 un Airbus della low cost Indonesia AirAsia (fliliale di un gruppo malese) finisce nel mare di Giava con 162 persone a bordo. E il 14 febbraio del 2015 un Atr della compagnia taiwanese TransAsia Airways precipita vicino a Taipei facendo 43 vittime.
Per completezza di cronaca, bisogna ricordare che una delle compagnie citate, cioè la Malaysia Airlines, il 17 luglio 2014 ha anche dovuto subire (sia pure sull’Ucraina, cioè a grande distanza dall’Asia insulare) l’abbattimento di un Boeing con la perdita di 298 vite. È ovvio che non c’è legame diretto fra questa in Ucraina e le altre tragedie aeree citate, ma la percezione di un destino che si accanisce sulle compagnie dell’Asia insulare ci sta tutta.
Incidenti a ripetizione
Quanto all’incidente di ieri, Antonio Bordoni, analista di compagnie aeree e responsabile del sito Air-Accidents.com, riferisce una brutta lista di problemi che hanno colpito l’Atr della Trigana: «Nel 1990, quando quest’aereo apparteneva a un’altra compagnia, gli sono scoppiate due gomme in atterraggio. Nel 2000 ha fatto un atterraggio di emergenza, e un altro nel 2003 per fumo a bordo. Nello stesso anno ha perso una ruota. E nel 2005 la Trigana lo ha comprato», nonostante la sua storia.
La Trigana Air è considerata insicura, e compare nella lista nera delle compagnie a cui è vietato operare nell’Unione europea. I divieti di Bruxelles, però, non hanno valore in Asia.
Torniamo alla domanda iniziale: quattro incidenti aerei gravi in un anno e mezzo fra Malaysia, Indonesia e Taiwan creano l’equivalente di un nuovo Triangolo delle Bermuda? Intanto va detto che le sciagure risultano quattro solo perché abbiamo selezionato quelle con diverse decine di morti, e in un periodo ristretto, ma se usassimo un criterio più esteso scopriremmo molte altre tragedie aeree in quella zona; per considerare solo uno dei vertici del nuovo «Triangolo», cioè l’Indonesia, a giudizio dell’Ue la situazione è così grave che su 67 compagnie aeree indonesiane appena 3 hanno il permesso di atterrare e decollare nell’Unione europea. Quanto agli Stati Uniti, classificano l’Indonesia, dal punto di vista della sicurezza dei voli, a pari merito con il Ghana e il Bangladesh.
La lista nera
Gregory Alegi, docente di gestione della compagnie aeree alla Luiss Business School e direttore di DedaloNews.it, giudica inadeguata la lista nera fatta secondo i criteri europei, e più corretta quella americana: «L’Ue mette sulla black list le compagnie che subiscono incidenti. Ma questo dà poche indicazioni su quali compagnie subiranno incidenti in futuro. Invece gli Stati Uniti hanno un approccio di sistema: non mettono sulla lista nera le compagnie, ma i Paesi. Se diversi vettori aerei subiscono incidenti, gli americani deducono che è il sistema del trasporto aereo di quel Paese nel suo complesso ad avere delle debolezze».
Ma esistono davvero zone del mondo che sono dei triangoli delle Bermuda? E l’Asia insulare è uno di questi? Alegi non sottoscrive un giudizio così drastico, ma conferma che il problema c’è: «Nei Paesi del Sud Est asiatico c’è stata una crescita disomogenea del settore. Se un Paese compra molti aerei nuovi, magari fa in tempo ad addestrare anche tanti piloti bravi, o magari no, oppure i radar e le altre strutture a terra sono un po’ al di sotto degli standard. In tutt’altro contesto, resta vittima di questi problemi, per esempio, anche la Air France: eccellente compagnia, ma operando in Africa con più intensità di altre, resta vittima, coi suoi aerei e i suoi piloti, di cattiva radioassistenza, o di procedure locali più lasche, che rischiano di abbassare, senza sua colpa, la media delle sue prestazioni globali».
Sì, i Triangoli delle Bermuda un po’ esistono.