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 2015  agosto 17 Lunedì calendario

L’inganno di Scientology. Un cronista del Giornale si è sottoposto al test usato dai «dianetici» per reclutare adepti. E ha scoperto come la setta riesce ad attirare i soggetti più deboli e influenzabili

Il giovane, implacabile come un testimone di Geova o un rappresentante della Folletto, si avvicina e domanda: «Gradisce un test accurato?». Con l’afa che c’è gradiremmo di più uno spritz ghiacciato, ma visto che il «test accurato» si svolge in una sala con l’aria condizionata, vada pure per il «test accurato».
«Ma test su cosa?», chiedo; «sulla personalità», risponde un tizio con in mano dei volantini su cui si scorgono le parole «Dianetics», «Hubbard» e «Scientology». Sì, proprio la «setta» cui aderiscono vip, ricconi e star hollywoodiane come John Travolta e Tom Cruise, ma anche milioni di sfigati che hanno cominciato il loro percorso scientologista esattamente come sto facendo io: attraverso un questionario.
Il test si chiama Oca (nulla a che fare col palmipede o il paté, Oca sta per Oxford Capacity Analysis) e Scientology lo usa come strumento di reclutamento fin dal 1954. Da allora non è mai cambiato e, proprio come nel gioco dell’Oca, ti costringe a fare un girotondo, al termine del quale la sentenza è solo una: «Hai un impellente bisogno di entrare a far parte della Chiesa di Scientology». E ciò a prescindere da come tu abbia risposto alle 200 domande del test, il quale, per ogni quesito, prevedere tre opzioni («sì», «no», «forse»): ma ciò non conta nulla, considerato che il «verificatore» del questionario ti spiattellerà in faccia – lo ribadiamo – sempre e comunque la stessa frase: «Lei denota gravi negatività, che noi però siamo in grado di trasformare in positività».
Personalmente, esasperato dalla lunghezza del test (e soprattutto da un black out elettrico che manda in tilt l’aria condizionata), a un certo punto comincio a sbarrare caselle a casaccio, anche perché alcune domande non mi sembrano neppure sensate: come quella, ad esempio, che mi chiede se «abitualmente sfoglio l’elenco ferroviario» (verrebbe da rispondere: «be’ sì, se devo prendere un treno...»). «Ma che c’entra l’elenco ferroviario con la mia personalità?», dico io; «questo lo vedremo dopo...», mi gela il mio tutor.
Dopo varie insistenze un’anima buona mi rivela che il test «misura accuratamente dieci diversi tratti della personalità del pre-clear, che sta per «paziente» (ero già diventato un paziente a mia insaputa...), il quale non si è liberato ancora delle sue scorie». E poi: «Questi tratti migliorano marcatamente in auditing, che sta per “terapia” (ero già in terapia, anche in questo caso a mia insaputa...) aiutando il pre-clear nell’opera di purificazione. Come conseguenza diretta dell’auditing i pre-clear diventano più calmi, più stabili, più energetici e più disponibili». Ad eccezione però del sottoscritto che invece, domanda dopo domanda, diventa sempre più agitato e insofferente.
Mi sento infatti in trappola, con la matita in mano e quei maledetti fogli davanti alla faccia. Impossibile sgattaiolare fuori. Neppure se nella stanza si fosse materializzato l’ologramma di Ron Hubbard – il mitico padre fondatore di Scientology – i verificatori addetti all’esame del test Oca avrebbero tolto gli occhi dalle cavie umane catturate poco prima in strada. Ora tra i topolini di laboratorio ci sono anch’io, con la sgradevole sensazione di correre all’interno di una ruota uguale a quella in cui girano vorticosamente i criceti in gabbia. Ma il peggio deve ancora venire.
Il secondo step prevede la consegna dei fatidici fogli del sondaggio. La scala di valutazione spazia da +100 a -100, con tre righe principali segnate come «Stato Desiderabile» (da +100 a +30), «Normale» (+30 – 0) e «Stato Inaccettabile» (da 0 a -30). Nel mezzo ci sono due righe ombreggiate, «Accettabile sotto condizioni perfette» (da circa +32 a circa +6) e «Attenzione Consigliabile» (da circa +6 a circa -18). Una legenda a fondo pagina avverte che un punto sotto l’ultima riga indica «Attenzione Urgente».
Io rientrerei in una fascia tutto sommato dignitosa (frutto del caso, visto che mi ero rotto le scatole di rispondere a domande del tipo «consideri le prigioni moderne senza sbarre un sistema destinato a fallire?» o «a volte ti capita di avere delle contrazioni muscolari quando non c’è nessuna ragione logica?»), eppure il verdetto è quasi da ergastolo: «Lei presenta gravi deficit psico-comportamentali in riferimento al rapporto con gli altri e con se stesso. Le consigliamo di unirsi a noi... intanto vada dal quel signore lì in fondo. Avrà ogni spiegazione».
Raggiungo così una specie di bibliotecario addetto alla vendita di libri, opuscoli, guide e corsi in grado di «rigenerare fisico e mente»: il tutto a cifre piuttosto salate, ma che «vale la pena» spendere, considerato che «assicurano il riequilibrio generale della persona». Ma un mio collega di test, ben più informato di me, mi mette sul chi vive: «Occhio, i libri sono solo il primo stadio di un’azione di martellamento ben più intensa e costosa».
In proposito chiedo lumi a un «coordinatore di gruppo», il quale mi rassicura: «Scientology è da sempre oggetto di campagne diffamatorie alimentate non solo da singoli individui, ma anche da organi istituzionali come il ministero degli Interni che su di noi ha diffuso un dossier zeppo di bugie».
Incuriosito da quest’ultima informazione, contatto il Viminale dal quale ricevo il suddetto dossier. Si tratta dell’unico rapporto stilato del dipartimento di pubblica sicurezza al momento disponibile nel nostro Paese in tema di «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia».
A pagina 44 un intero capitolo è titolato Scientology-Dianetica. Un testo (altro che test...) illuminante. Che consigliamo di leggere a chiunque voglia iniziare il mio stesso «percorso scientologista».
Partiamo da qualche nozione storica. Scientology nasce nel 1954, con l’apertura delle prime «chiese» a Los Angeles e ad Auckland (Nuova Zelanda), per iniziativa dell’ex scrittore di fantascienza Lafayette Ron Hubbard; seguirono, un anno dopo, le sedi di Washington e New York: «In breve furono aperti istituti dianetici (la dianetica è sia una terapia psicanalitica che una filosofia religiosa) e missioni della Chiesa madre in tutto il mondo; attualmente la setta è presente in 107 paesi e dichiara otto milioni di seguaci. Il suo staff permanente sarebbe composto da 13mila persone, di cui una parte, avendo fatto voto di servire in eterno la causa, compone la Sea Org, una comunità con caratteristiche monastiche e militari».
Attenzione quindi a non farsi irretire: «Il suo obiettivo non è la salvezza intesa come perdono dei peccati ed ascesi spirituale, ma la sopravvivenza improntata sul programma biologico di purificazione, che promette all’individuo di liberarsi dalle “distorsioni mentali”, causa di condotte “aberranti” e di sviluppare al massimo il proprio potenziale».
Arriviamo qui a uno snodo fondamentale dell’analisi. Con gli 007 del dipartimento di pubblica sicurezza che o smettono di fare i «teologi» e reindossano i panni dei poliziotti: «Il problema è che completare questo programma di purificazione costa cifre elevatissime; ecco perché, al di là delle finalità ufficialmente dichiarate, il vero fine della setta appare l’esercizio di un’attività speculativa in danno di persone sprovvedute, come peraltro si evidenzia anche in alcuni scritti del fondatore. In particolare, la tecnica di reclutamento degli scientologisti consiste nel sottoporre a chiunque voglia prendere coscienza dei propri reali problemi un test gratuito di misurazione della personalità. Dopodiché, individuati i soggetti più influenzabili, li convincono a curarsi, sottoponendosi a sedute di auditing. Coloro che decidono di proseguire la terapia, sono indotti a frequentare corsi di dianetica sempre più onerosi, durante i quali sono sottoposti a stress fisici e psicologici per ridurli in uno stato di totale soggezione, attuando un sistema di condizionamento mentale».
Gli autori del rapporto «Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia» su Scientology sono durissimi: «Drammatiche testimonianze di fuoriusciti e di congiunti delle persone ancora coinvolte, evidenziano come, seguendo questo percorso, molti individui si siano completamente alienati dai rapporti familiari, sociali e professionali, sperperando tutti i propri averi e conducendo uno stile di vita assolutamente sregolato per seguire i dettami dell’organizzazione, fino a riportare danni fisici e manifestare vere e proprie turbe nel comportamento, culminate talvolta in gesti estremi».
Il dossier del Viminale si chiude con un’ultima raccomandazione: «È consigliabile non rilasciare dati sensibili (nome, indirizzo, recapiti telefonici, mail ecc.) ad alcun membro dell’organizzazione».
Al termine del test mi è stato chiesto di compilare una scheda esattamente con «nome, indirizzo, recapiti telefonici e mail». Anche qui ho lavorato di fantasia, inventando un mio alter ego con false generalità. E, quando prima di salutarci, mi hanno detto «non si preoccupi, presto la contatteremo noi...» un brivido mi ha attraversato la schiena.