8 gennaio 1861
Violento bombardamento di Cialdini su Gaeta
«L’8 gennaio, il giorno prima della tregua, allo scopo di dimostrare la sua potenza, il Cialdini ordinò di effettuare un micidiale bombardamento. Per tutto il giorno caddero su Gaeta quasi 8.000 bombe che, tuttavia, produssero pochi danni materiali: gli assediati ebbero sette morti e 20 feriti. Anche la nostra artiglieria fece la sua parte con un terribile fuoco di controbatteria, che causò tra i piemontesi solo 2 morti e 24 feriti. L’effetto demoralizzante che Cialdini voleva procurare negli assediati fu in pratica nullo. Cessato il bombardamento, il capo di stato maggiore francese, l’ammiraglio Tinan, si recò da Francesco II accordandosi per una sospensione delle ostilità e con lo scopo di trattare un armistizio. Le clausole proposte dall’ammiraglio Tinan, che prevedevano tra l’altro un controllo nel campo piemontese da parte francese, furono però violentemente contrastate dal Cialdini e ciò permise, durante la tregua, agli assedianti di rinforzare notevolmente (ed impunemente) i lavori d’assedio che erano espressamente vietati dagli accordi» (Antonio Pagano).