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 1861  giugno 08 calendario

La morte di Cavour. Cronaca di un giorno di lutto

Dalla Gazzetta ufficiale del Regno di oggi:

«Tutta la città ha continuato ieri con religioso raccoglimento a visitare nel palazzo Cavour la salma del Grande suo concittadino. Ma finalmente venne l’ora della dipartita e con profondo rammarico della sottostante folla che aspettava desiosa la sua volta fu dovuto chiudere l’accesso alla camera ardente per gli apparecchi degli onori funebri.
«Entrato il Clero regolare della Madonna degli Angeli, parrocchia del defunto, fece le abluzioni. Poscia, mentre i sacerdoti scendevano le scale e vi salivano i grandi corpi dello Stato per contemplare l’ultima volta quel venerando volto, la salma fu calata e posta sul carro funebre offerto dal Re.
«Alle 6 14 venne dato il segnale della partenza.
Aprivano il corteo due squadroni di Usseri.
Quindi venivano
Un reggimento della brigata Reggio
Una batteria d’artiglieria a cavallo
Un drappello di cento marinai e una compagnia di fanteria di marina sotto gli ordini di un capitano di fregata
Due legioni della Guardia nazionale di Torino
Ufficialità senza comando della guarnigione, della marina, del Corpo dei volontari dell’esercito meridionale, della Guardia Nazionale
Le Figlie del ritiro della Sacra Famiglia in Borgo S.Donato
La Compagnia di Donne della parrocchia della Madonna degli Angeli
La Compagnia della Basilica di Santa Croce
Un drappello di signore in corrotto col capo coperto di velo nero
Tre corporazioni di religiosi regolari.
Uscì quindi di palazzo il carro funereo tratto da sei cavalli neri […] il feretro moveva tacito e lento e la moltitudine […] udita la salmodia dei morti, chinò la fronte e sciolse in lagrime.
Ai lembi della coltre stavano:
A destra il cav. Cassinis, ministro di grazie e giustizia e affari ecclesiastici; S. Ecc. il conte Sclopis, primo vice-presidente degli affari del Regno; e S.E. il cav. Crotti di Costigliole, cavaliere dell’Ordine supremo della SS. Annunziata.
A sinistra S. Ecc. il generale d’armata cav. Fanti, ministro della guerra e della marina; il cav. Rattazzi, presidente della Camera dei deputati; S. Ecc. il generale d’armata cav. Ettore di Sonnaz, cavaliere dell’ordine supremo della SS. Annunziata.
Dopo l’araldo portante sopra un cuscino il Collare supremo del defunto, venivano dietro al feretro
I Cavalieri dell’Ordine supremo
Gli Aiutanti di campo del Re e dei regi principi
I Ministri, I Grandi Ufficiali dello Stato, I Senatori del Regno e i Deputati, il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, la Corte d’Appello, il Municipio di Torino, il Municipio di Alessandria, e altri Municipi, Tutti i Ministeri, il Corpo universitario, Gli studenti, Il consiglio israelitico col rabbino, i giornalisti, l’Emigrazione Veneta, Romana, Ungherese e Polacca, condotta da Kossuth e da Klapka; le Camere di Commercio di Torino e Genova; la Borsa; tutte le corporazioni operaie di arti e mestieri: tutti i contadini e le contadine del podere di Leri, caro al defunto, in veste di lutto; tutta la casa e i famigli. Chiudeva il triste corteo un drappello di Usseri […] Deposta la bara in mezzo al tempio, il parroco, prete regolare, intuonò l’ultima prece dei defunti e consegnò a Dio quel corpo».

«Alla Camera di Londra, dopo la commemorazione di Peel, l’on Donaughy attacca la memoria del conte di Cavour che “cagionò al Papa la perdita dei suoi dominii”, sollevando una tempesta di disapprovazioni».