1 aprile 1861
Fibrillazione generale, si mormora di un prossimo attacco all’Austria
Nel Regno d’Italia nessuno deve accettare le provocazioni belliche dell’Austria. Questo è l’ordine impartito. Ma Cavour non abbassa la guardia. A lui si affianca l’Inghilterra. Oggi è giunto da Londra il messaggio con il quale l’Impero Britannico riconosce il Regno d’Italia. Lo stesso giorno la «Gazzetta Ufficiale» pubblica piena amnistia per i renitenti alla leva di tutte le province del Regno, vecchie e nuove, purché si dichiarino pronti a difendere il loro paese. È pubblicato anche il reale decreto che di fatto chiama all’uso delle armi tutti gli uomini disponibili. Viene istituito in ogni Comune un «tiro a segno» diretto dal comando della Guardia Nazionale. Sono autorizzati ad organizzare gare di tiro anche società private. A galvanizzare gli animi giunge Garibaldi. Lasciata Caprera, a bordo della nave Ichnusa, sbarca in serata a Genova, accolto da grande entusiasmo. Il suo arrivo viene interpretato dalla Francia come preludio a una sua impresa. Pertanto il governo francese telegrafa a quello italiano, pregandolo di raccomandare a Garibaldi di «aspettare ancora qualche giorno prima di intraprendere qualche cosa». Perché, dinanzi all’ipotesi di un conflitto fra Italia e Austria, Parigi ritiene che sarà Vienna la prima ad attaccare, come confermano gli stessi giornali austriaci. Se lo farà si assumerà dinanzi al mondo la responsabilità dell’aggressione «e ne pagherà le conseguenze» (Maurizio Lupo, La Stampa 1/4/2011).