Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Fa scalpore a Torino quanto Costantino Nigra ha riscontrato a Napoli nell’esaminare la passata amministrazione borbonica. La nota, diffusa martedì 21 maggio 1861, è desolante: «Si può dire - scrive a Cavour - con tutta verità, come ogni ramo di pubblica amministrazione fosse infetto dalla più schifosa corruzione. La giustizia criminale serva delle vendette del Principe; la civile, meno corrotta, ma incagliata dall’arbitrio governativo. Libertà nessuna, né ai privati né ai municipii. Piene le carceri e le galere dei più onesti cittadini, commisti a’ rei dei più infami delitti. Innumerevoli gli esiliati. Gli impieghi concessi al favore o comperati. Gli impiegati in numero dieci volte maggiore del bisogno. Gli alti impieghi largamente pagati, insufficientissimi gli stipendi degli altri. Quindi corruzione e peculato ampiamente e impunemente esercitati. Abuso di pensioni di giustizia e di grazia. Ammessi in gran numero ad impieghi governativi ragazzi appena nati. Istruzione elementare insufficiente. L’universitaria anche più poca e cattiva. Trascurata l’istruzione femminile. Quindi ignoranza estrema nelle classi popolari. Pochi i mezzi di comunicazione. Non sicure le strade, né le proprietà, né le vite dei cittadini. Poco commercio malgrado le risorse immense. Pochissime le industrie. Perciò aggiunta all’ignoranza la miseria e la fame. Le spese di amministrazione molto maggiori d’ogni più largocalcolo. I lavori pubblici, decretati, pagati e non fatti» (Maurizio Lupo, La Stampa 21/5/2011).