Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 14 Venerdì calendario

In Cina deflagrazioni a catena in alcuni depositi del porto di Tianjin • Nel primo Giubileo ai tempi dell’Isis per varcare la Porta Santa ci vorrà l’accredito • Ogni 4 alberghi privati uno è della Chiesa (ma nel 40% dei casi non paga l’Imu) • Un vigilante rapina una sala bingo e viene ucciso da un collega • Diecimila leggi dentro una bottiglia d’acqua • La severità del padre di Maria De Filippi

 

Cina Alle 23.30 dell’altra notte all’improvviso due esplosioni impressionanti hano sconvolto Tianjin, il porto più importante delle regioni settentrionali della Cina, a poco più di cento chilometri da Pechino. La prima aveva una potenza distruttiva pari a tre tonnellate di Tnt. La seconda, trenta secondi dopo, ha superato le 21 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale. «La terra ha tremato per oltre un minuto – ha detto Guang Xiang, macchinista sulle navi – ho temuto che il terremoto facesse crollare il palazzo. Sono corso alla finestra e ho visto una palla di fuoco alta almeno trecento metri, come un sole sparato contro il buio. Ero convinto che fosse esploso un reattore nucleare, che fosse la fine». Decine di esplosioni si sono susseguite per oltre sei ore, mentre il fumo avvolgeva 15 milioni di persone e le fiamme incenerivano uno dei distretti industriali e logistici più ricchi dell’Asia. Sorpresi nel sonno, intrappolati in edifici senza luce, centinaia di migliaia di individui hanno cercato una via di fuga in pigiama, o avvolti con le lenzuola. Ancora misteriose, o taciute dalla censura del partito-Stato, le cause del disastro. Fonti ufficiali affermano che «una combustione di materiale chimico pericoloso » abbia innescato un’esplosione all’interno di un magazzino affacciato sul porto, davanti ad una nave-cargo all’ancora dal pomeriggio. Il titolare della società di logistica “Port Rui Hai International Logistics” risulta arrestato al termine di un lungo interrogatorio. Non chiara la causa dell’innesco, anche se poco prima alcuni container avrebbero preso fuoco. Nel porto e nell’adiacente area industriale hanno sede migliaia di capannoni, imbottiti di sostanze chimiche pronte per le spedizioni, o per l’uso produttivo. Le esplosioni così si propagano da un magazzino all’altro, da una fabbrica a quella a fianco, da un grattacielo a quello successivo. Il bilancio provvisorio è di almeno 50 morti e oltre 700 feriti, 71 tra i quali in pericolo di vita. Tra le vittime, 12 vigili del fuoco, mentre 18 mancano all’appello. I senzatetto superano quota 6 mila, diecimila gli evacuati dagli edifici lesionati. Su tutti aleggia però lo spettro di una catastrofe ancora peggiore: una nube tossica capace di depositare tonnellate di residui chimici sull’intera regione dell’Hebei e su Pechino, aria e acqua potabile contaminati, decine di migliaia di abitanti ancora prigionieri nelle case, irraggiungibili dai soccorritori. (Videtti, Rep)

Giubileo Nell’Anno Santo voluto da Papa Francesco — che comincerà a Roma il prossimo 8 dicembre — per arrivare alla Porta Santa della basilica di San Pietro bisognerà, prima, superare due «varchi»: il primo virtuale, nel quale ogni fedele intenzionato a raggiungere la Porta Santa dovrà registrarsi, fornire le proprie generalità, fissare data e ora del pellegrinaggio; chi riceverà l’accredito vaticano, gratuito, potrà presentarsi al secondo varco di controllo, quello fisico, in via della Conciliazione (all’altezza di via della Traspontina). Superate le due «prove», quindi, si potrà chiedere la remissione dei peccati. Quello della sicurezza è solamente un aspetto del provvedimento che impedirà ai pellegrini «non registrati» di entrare nella Porta Santa, garantisce Monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Opera romana pellegrinaggi: «Papa Francesco non vuole che il pellegrinaggio sia un atto meccanico, di chi pensa che basti passare sotto la Porta Santa per avere l’indulgenza. C’è bisogno di un percorso anche di riflessione, di un cambiamento, e in questo senso registrarsi sul portale www.im.va non è che un piccolo passo: che garantirà ordine ai flussi di fedeli, i quali con gli info-point dell’Opera romana pellegrinaggi si potranno registrare, in zona San Pietro e non solo, anche se non l’avessero già fatto a casa». E così la «porta delle pecore» rimarrà, come ripete Andreatta, «aperta a tutti»: ma per entrare serviranno i documenti. D’altronde, come dice l’assessore ai Lavori pubblici del Campidoglio, Maurizio Pucci, «bisogna considerare che questo è il primo Giubileo al tempo dell’Isis». (Capponi, Cds).

Alberghi Le organizzazioni religiose hanno soltanto nella città di Roma quasi trecento strutture ricettive. Per tredicimila posti letto. E siccome nella Capitale fra hotel, bed & breakfast e residence ce ne sono altre 1.041, significa che per ogni quattro alberghi privati ce n’è uno della Chiesa. Che spesso non paga nemmeno le tasse. Dice il Comune che ben 93, cioè il 38 per cento, non ha mai pagato l’Imu, mentre altri 59, ossia il 24 per cento la versano a intermittenza. Pagano regolarmente l’Imu soltanto 94. Meno di quattro su dieci. Così anche per la Tasi. Un terzo (80 su 246) non l’ha mai pagata. Afferma il Comune che fin dal 2004 sono state emesse ingiunzioni di pagamento per complessivi 19,1 milioni a carico di 133 dei 246 soggetti proprietari delle «Case per ferie». Solo 32 hanno accettato di pagare, mentre 101 hanno avviato un contenzioso. Per cifre anche più che rilevanti. Qualche caso? Le Piccole Ancelle del Cristo Re che offrono sul web «72 camere fra singole, doppie e triple a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, con servizi privati, tv color e wifi... e ottimo ristorante» sono in causa per 320 mila euro. Alla Congregazione delle Mantellate Serve di Maria sono riusciti a far pagare finora 281 mila euro ma c’è ancora in ballo una pendenza di un milione 163 mila euro. Con le Suore Oblate del Bambino Gesù c’è un contenzioso si 694 mila euro: finora ne hanno pagati 9.176. (Rizzo, Cds).

Delitto Davide Giuliani, 46 anni. Vigilante, dipendente fino a pochi mesi fa del “Corpo guardie di città” di Pisa, in congedo parentale dal lavoro per assistere il padre malato. Sposato, angosciato dalle difficoltà economiche, l’altra sera - in macchina i seggiolini dei figli di 1 e 4 anni, in testa un casco integrale - ebbe l’idea di rapinare la sala bingo di Navacchio. Lì c’era però Simone Paolini, 37 anni, vigilante con la licenza scaduta che un tempo alvorava con lui e che per salvare i seimila d’incasso d’incasso gli sparò addosso due colpi di pistola. Giuliani gli si buttò addosso, iniziò una breve colluttazione, e solo allora Paolini si rese conto che si trattava di un ex collega. «Sono in difficoltà, non ho più soldi», gli disse il ferito, poi salì sulla sua macchina, fece qualche centinaio di metri, a causa delle ferite andò fuori strada sfondando il cancello di una casa e morì morto pochi istanti dopo. Sul sedile del passeggero, una pistola con il colpo in canna. Alle 4 e mezzo della notte di mercoledì 14 agosto nella sala bingo di Navacchio, Pisa. (Bocci, Rep)

Acqua Intorno a una semplicissima bottiglia d’acqua girano in tutto circa 10.000 norme - ordinanze, perché l’acqua non si può usare per qualsiasi cosa; direttive comunitarie, perché il tappo di una bottiglia deve avere una serie di caratteristiche precise; decreti, ad esempio sul materiale del contenitore - che occupano 200 pagine e 50 metri di lunghezza. Un esempio fra i più clamorosi dell’inflazione normativa - tra leggi regionali, nazionali ed europee - da cui siamo sommersi. (Salvaggiulo, Sta)

De Filippi 1 Maria De Filippi sul padre: «Era molto possessivo, geloso, nell’indole meridionale pur non essendolo. Se mio fratello maggiorenne rientrava oltre un determinato orario di notte, papà metteva le chiavi nella toppa. Non accettava il bikini di mia madre e nemmeno che indossasse abiti di certi colori, sgargianti. La cena alle otto, puntuali. Penso che il rigore che ritrovo nel mio comportamento arrivi da lì». (Baccaro, Cds)

De Filippi 2 Prima di Maurizio Costanzo ha avuto un fidanzato per sette anni. «Non siamo rimasti in rapporti anche se so che è diventato otorino». Per Costanzo all’inizio «non ho avuto un’attrazione fisica all’inizio. Era il mio capo. Però mi piaceva molto il suo cervello». (ibidem)

(a cura di Roberta Mercuri)