13 agosto 2015
Il governo promette 60 battagliani a Ponza di San Marzano
Le sommosse animate dalla reazione borbonica continuano a diffondersi. Oggi le autorità segnalano «movimenti briganteschi» in Irpinia, Abruzzo e Calabria e «cospirazioni nel territorio campano». Il conte Ponza di San Marzano, governatore di Re Vittorio Emanuele II a Napoli, sollecita l’invio di truppe. Fa fatica a mantenere l’ordine in città, dove si sono aggiunti i tumulti degli operai che lavorano alla linea ferroviaria adriatica. I dimostranti si sciolgono solo quando vedono le baionette dei bersaglieri. San Marzano dice «se non si provvederà con sollecitudine a sostenere la legge» sarà costretto a rassegnare le dimissioni. Il governo da Torino gli assicura «che verranno inviati nelle province napoletane 60 nuovi battaglioni». Ma viene ricordato che l’azione dei borbonici è concertata con Vienna, per obbligare il Regno d’Italia a ritirare le truppe che presidiano il fiume Mincio, al confine col Veneto occupato dagli austriaci. Non si deve cadere in questa trappola. Pertanto i rinforzi da inviare a Sud saranno misti. In parte verranno composti da truppe regolari, come i 6 mila bersaglieri già imbarcati per Napoli. Mentre il grosso delle forze sarà reclutato fra i riservisti della Guardia Nazionale, da mobilitare nel Centro Italia (Maurizio Lupo, La Stampa 10/7/2011).