Corriere della Sera, 13 agosto 2015
L’imprenditore fiorentino e la sua estate sotto un ombrellone da 25mila euro in Versilia, giocando a calcio con Buffon e Balotelli. «Il Twiga è come la lampada di Aladino, esaudisce ogni desiderio. Hai bisogno di una barca per andare alle Cinque Terre? Hai perso l’aereo e hai bisogno di un volo privato? Vuoi l’ultimo romanzo in libreria? Basta chiedere. Lavoro venti ore al giorno. Aiuto il prossimo, sempre, cerco di dare il meglio al lavoro e in famiglia. Posso permettermi una super vacanza?»
«Io lo so che cosa pensa di me mentre sto qui spaparanzato a prendere il sole – azzarda il «dottore» fissando il cronista —. Lei pensa che io sia uno spendaccione, ma sbaglia»,
Il «dottore», al secolo Carlo Meli, 44 anni, imprenditore fiorentino alla guida di un’impresa di costruzione e concessionario dell’ippodromo, non è un paragnosta, però un pizzico di verità in quelle sue previsioni c’è. Perché 25 mila euro per prendere la tintarella sembrano uno sproposito anche in Versilia. «E invece no – dice Meli – perché qui siamo al Twiga e il Twiga è come la lampada di Aladino, esaudisce ogni desiderio. Hai bisogno di una barca per andare alle Cinque Terre? Hai perso l’aereo e hai bisogno di un volo privato? Vuoi l’ultimo romanzo in libreria? Basta chiedere».
Il Twiga, 15 anni di storia, più che uno stabilimento balneare è un club, inventato da quel campione dell’edonismo che è Flavio Briatore (ieri anche lui a bordo piscina) e da un gruppo di amici tra i quali Daniela Santanchè (che martedì qui ha ospitato il leader della Lega Salvini) e, prima della conversione sulla strada per Medjugorje, Paolo Brosio. «Sì, forse all’inizio poteva sembrare eccessivo il Twiga – continua Meli —, ma c’è stata un’evoluzione. Briatore, quando lo inaugurò, pare non volesse bambini. I clienti storici, come me, hanno avuto figli e adesso i bambini ci sono, eccome».
Tormentato da qualche senso di colpa per il patrimonio speso in 15 anni? «Lavoro venti ore al giorno e credo che mi possa permettere una vacanza – risponde l’imprenditore —. La mia famiglia viene qui a giugno, io nel weekend e poi ci resto ad agosto. Aiuto il prossimo, sempre, cerco di dare il meglio al lavoro e in famiglia. Posso permettermi una super vacanza? Una volta ho invitato un mio operaio a cena. È rimasto sbalordito dalla bellezza del posto, dalla simpatia…». E dal conto? «Ho pagato io, era il prezzo giusto. Qui tutte le cose, anche le più semplici, possono diventare eccezionali. L’altro giorno volevo giocare sulla spiaggia a calcio. Due ragazzi di colore si sono uniti. Uno di loro era Balotelli, l’ho riconosciuto solo quando è arrivato Buffon e si è messo in porta tra un asciugamano e l’altro». Ma non può succedere anche alla spiaggia libera? Carlo Meli sorride: «Chissà, un giorno proverò».