il Fatto Quotidiano, 13 agosto 2015
Mille euro a disegno: ecco come Renzi conquistò Sergio Staino e il suo Bobo. Per capire lo scontro tra il vignettista dell’Unità e Cuperlo occorre forse ricordare un episodio che risale ai tempi in cui il rottamatore era presidente della Provincia di Firenze
Mille euro a disegno, nessuno mi aveva mai dato tanto”. Ecco, forse, il nocciolo della questione. Staino-Cuperlo, la sfida dell’estate tra il vignettista rosso convertito al renzismo e il dirigente dissidente del partito. Il palco è quello della festa dell’Unità di Roma, domenica 26 luglio, prima degli sms piccati di Cuperlo a Staino, prima della lettera di Staino a l’Unità, prima della replica di Cuperlo, prima dell’intervista di Staino a Repubblica (“Cuperlo al guinzaglio di D’Alema”), prima dell’intervista di Cuperlo al Fatto (“Vedo un’ansia di compiacere il potere e una pulsione al trasformismo”).
Riavvolgiamo il nastro al 26 luglio, all’incontro “Cuperlo intervista Staino che intervista Cuperlo” (visibile su RadioRadicale.it e segnalato ieri dal manifesto). Tema: “Bobo, che fai nel Pd?”, dove – per chi non lo sapesse – Bobo è il personaggio inventato nel 1979 dal disegnatore toscano per le pagine di Linus, uomo di sinistra molto critico.
Possibile che Bobo ora sia convintamente nel Pd – che si sta scollando dalla sinistra – e compaia su L’Unità renziana? Staino prende la parola: “Negli ultimi tempi i rapporti con Cuperlo si sono molto raffreddati”, spiega subito. Si conoscono dal 1988, quando Cuperlo divenne segretario della Fgci ( la Federazione dei giovani comunisti italiani). Tutto bene “fino al giorno in cui è venuto fuori sulla scena Renzi”. Col segretario c’è un’amicizia, ma non così forte come quella con Cuperlo.
È cominciata così: Renzi da presidente della Provincia di Firenze contatta il disegnatore. “Mi devi disegnare un po’ di tavole per il giornalino degli studenti dei licei. Mille euro a tavola ti vanno bene?”, gli disse. “Mai nessuno mi aveva mai dato tanto”, racconta l’autore. Era l’inizio della scalata al potere fiorentino. Stravinse e lì cominciò “un attacco violentissimo”, che continua tuttora. “È stato eletto democraticamente segretario del nostro partito. Lo si voglia o no, quello è il nostro segretario”.
E invece “è successa un’offensiva di una stupidità globale mirata ad acquisire le poltrone”. È lì che la crepa comincia ad allargarsi, quando Cuperlo molla la presidenza del Pd in dissenso con Renzi, dice Staino: “Sono stato felicissimo che lui l’abbia accettata, ma sono stato tristissimo quando l’ha lasciata dopo una settimana”. Poi Renzi propone Cuperlo come nuovo direttore de l’Unità. Staino fa da mediatore. “Per me è il meglio del meglio del meglio – dice in toscano –. La trattativa è andata avanti per due mesi e un giorno ho twittato a Matteo: ‘Se tu volevi farmi litigare con Cuperlo ci sei riuscito’”. L’ex presidente rifiuta la nomina: “Non ha accettato perché non si fida”. Ed ecco il secondo motivo. “Siamo adesso come due fratelli divisi”.
“No, non siamo fratelli divisi – replica Cuperlo –. È una antica amicizia destinata a durare nel tempo”. Staino abbassa la testa e ascolta. Il politico dissente dalle critiche del disegnatore: “La carica l’ho lasciata non una settimana dopo, ma 38 giorni dopo”. “Non ti sei impegnato”, rimprovera il senese. “No, mi sono impegnato”, risponde lui. Ricorda gli altri partecipanti al valzer degli addii, Roberto Speranza che lascia la presidenza dei deputati Pd per la questione di fiducia sulla riforma della legge elettorale; Enrico Letta via dal parlamento; Sergio Cofferati, Pippo Civati e Stefano Fassina fuori dal Pd. “Ti porrai il problema di cosa stia diventando il partito?”, gli chiede Cuperlo, che non vuole far inciampare nessuno, ma vuole “costruire un’alternativa a questa Italia, a come usciamo dalla crisi”.
Staino alza la voce. Si copre il volto: “No, non metterti le mani davanti agli occhi”, dice Cuperlo. Il pubblico si infiamma e il politico scocca: “Quando nell’arco di un anno ci sono abbandoni silenziosi, quando si perdono dal milione e mezzo ai due milioni di voti, ti devi porre il problema”. Risposta sarcastica di Staino: “Del vecchio partito ti è rimasta la demagogia”. I presenti lo criticano: “Tu difendi Renzi” e poi “A te piace Verdini”. “Forse non leggete neppure le mie vignette”, replica l’autore di Bobo che torna a parlare dei transfughi: “Togliatti avrebbe mandato in Siberia un compagno che dice una cosa simile”.
Altre voci dal pubblico: “Sei antidemocratico, non puoi parlare”, ma lui riprende con calma: “Quanti voti sono stati persi grazie ai Cofferati?”. L’ex presidente Pd attacca di nuovo: “Se vuoi prendere il voto dei moderati sfondando nel centro-destra…”. Staino sbotta con un ampio gesto delle mani. Poi si rivolge direttamente a Cuperlo: “Sei veramente scorretto. perché non hai accettato di dirigere l’Unità?”. Il politico ha un’idea: “Proponiamo di fare un inserto satirico diretto insieme da te e da me”. Baci e abbracci finali. Poi sm, lettere e interviste. Dell’inserto satirico nessuna traccia.