Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 13 Giovedì calendario

La Cina svaluta ancora e le Borse vanno a picco • Sui migranti la Cei attacca il governo • Bomba d’acqua sulla Calabria • L’ombra della ’ndrangheta dietro l’esecuzione in pizzeria • Domani è l’Overshoot Day, il giorno del sovrasfruttamento delle risorse terrestri • Vediamo i sogni come film

 

Cina La Banca centrale cinese svaluta per il secondo giorno consecutivo lo yuan (l’1,6% dopo l’1,9% della vigilia) la reazione delle Borse è stata ancora più violenta: Parigi e Francoforte con ribassi ben oltre il 3%, Milano fa poco meglio, mentre Londra tiene meglio degli altri mercati e limita le perdite all’1,4%. Quello che manca è la chiarezza sulle intenzioni del governo cinese e, soprattutto, delle conseguenze per le altre economie. Il governatore della Federal Reserve di New York, William Dudley, parla apertamente di «enormi implicazioni» per l’economia globale. Di parere diametralmente opposto il Fondo monetario: «Una mossa benvenuta», perché dà più spazio alle forze di mercato in vista di un regime di cambio libero auspicato «entro due o tre anni». Una mossa che piace anche a Standard and Poor’s, che vi vede una «riforma strutturale» verso il mercato. Di certo c’è però che i dati sull’economia cinese continuano ad indicare una economia in frenata, con la produzione industriale e le vendite al dettaglio in luglio hanno deluso. E che la svalutazione, per quanto prevedibile, va nella direzione di rafforzare la competitività delle merci cinesi all’estero che serve a Pechino per sostenere i suoi obiettivi di crescita.

Migranti Monsignor Nunzio Galantino, in una intervista rilasciata a Famiglia Cristiana, ha detto che «il governo che è del tutto assente sul tema dell’immigrazione». E ancora: «Se i migranti riuscissero ad ottenere uno straccio di permesso di soggiorno la gente non direbbe che mangiano a spese degli italiani». In serata, però, una nota di redazione del settimanale frena sull’uscita del segretario della Cei: «Precisiamo - si legge - dopo aver parlato con lo stesso monsignor Galantino, che le dichiarazioni a lui attribuite sono state riportate in modo esagerato nei toni all’interno di un colloquio confidenziale con il nostro giornalista». Matteo Renzi, sempre attento agli umori dell’opinione pubblica su un tema così sensibile, preferisce non entrare nella polemica quotidiana. Anche i ministri competenti tacciono. Tocca allora al vice segretario del Pd Debora Serracchiani difendere il fortino renziano dal duro attacco della Cei: «A tutti quelli che dispensano soluzioni, a chi dà giudizi ingenerosi, a chi la fa facile, rispondiamo che questo governo sta affrontando con razionalità una soluzione difficile e lo sta facendo molto meglio che in altre parti. Nessuno può pensare che l’Italia risolva l’emergenza dell’intero continente da sola».

Bomba d’acqua Duecento millimetri di pioggia caduti in dodici ore hanno fatto scempio di Rossano e Corigliano, centri del Cosentino, rimasti intrappolati da fango e detriti portati dal torrente Citrea, tracimato in più punti. Decine le auto in sosta finite in mare portate via dalla furia delle acque. Nessun ferito e nessun disperso. Solo danni, ingenti. La zona che ha subito i maggiori danni è quella di Sant’Angelo, che abbraccia il litorale ionico Rossanese. Villaggi e camping lungo la fascia costiera sono stati evacuati. La linea ferroviaria Cariati-Crotone è interrotta e molti treni regionali sono stati soppressi. A Rossano – dove il centro storico è stato chiuso per una frana - sono circa 2 mila le famiglie rimaste senza corrente elettrica e senz’acqua potabile. La situazione non è migliore a Corigliano, dove è stata chiusa al traffico la statale 253 franata in più punti. Anche qui interi quartieri sono rimasti isolati e molte famiglie evacuate.

Esecuzione Dietro all’esecuzione di Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari (vedi fior da fiore di ieri) la ’ndrangheta, ben radicata in zona, che arriva a spargere sangue a Brescia. Forse per questioni di usura e di debiti non pagati. Di debiti le vittime dell’agguato di martedì mattina ne avevano per almeno 150 mila euro, compresi 99 mila verso fornitori vari. Questo mostrerebbe l’ultimo bilancio di «Da Frank», l’attività che i coniugi gestivano da oltre 50 anni.

Overshoot Day Il 13 agosto 2015 è l’Overshoot Day, il giorno del sovrasfruttamento delle risorse terrestri: da domani a fine anno si intaccherà il capitale naturale, abbattendo foreste tropicali millenarie, pescando più pesce di quanto se ne possa riprodurre, immettendo in atmosfera gas a effetto serra che cambieranno il clima per secoli, spargendo nell’ambiente miriadi di composti tossici prossimamente nei nostri piatti. L’anno scorso il conto è andato in rosso il 17 agosto quindi quest’anno l’anticipo è di circa quattro giorni. L’ultima volta che la popolazione umana - allora 3,5 miliardi contro i 7,3 attuali - riuscì a mantenere i propri consumi all’interno degli «interessi» annui prodotti dalla natura fu il 1970, vale a dire che la giornata del sovrasfruttamento cadeva in prossimità del 31 dicembre. Dopo 45 anni la nostra brama di energia e di oggetti ha divorato sempre più in fretta le risorse, al punto che un recentissimo lavoro di John Schramski, docente di ecologia all’Università della Georgia, definisce la biosfera terrestre come una gigantesca batteria che si è caricata durante centinaia di milioni di anni di lenta attività, e che ora noi stiamo rapidamente «scaricando». Le Nazioni Unite hanno appena aggiornato le proiezioni demografiche: 9,5 miliardi di individui al 2050. Se tutti continueremo a bruciare materiali fossili accelerando il riscaldamento globale, prelevare massicce frazioni di biomassa e restituire rifiuti non biodegradabili, avremo bisogno per fine secolo dell’equivalente di tre pianeti. L’Italia in particolare è messa male: il nostro giorno del sovrasfruttamento, calcolato in base alle risorse effettive dei nostri 301.000 chilometri quadrati di territorio e mari adiacenti, è già avvenuto il 6 aprile 2015. Ci siamo mangiati tutti i nostri interessi naturali in poco più di tre mesi, per il resto dell’anno intacchiamo il capitale del nostro futuro e importiamo energia e materie prime da altri Paesi più dotati. (Mercalli, Sta).

Sogni 1 Uno studio appena pubblicato su Nature Communications svela che vediamo i sogni come film. In fase onirica funziona la stessa area cerebrale attiva quando guardiamo immagini da svegli. Questo conferma che la fase Rem assomiglia alla veglia: il mondo onirico sarà anche diverso da quello reale ma ci sembra vero, perché è vero per il nostro cervello addormentato. (Meldolesi, Cds)

Sogni 2 Se stima che passiamo a sognare almeno due ore per notte, nel corso di una vita fanno sei anni. (ibidem).

Sogni 3 Secondo l’American Journal of Psychology, dei circa 1.200 sogni Rem che ciascuno di noi fa in un anno, ben 860 conterrebbero elementi di minaccia. In confronto sogniamo di volare una volta ogni 200 sogni, mentre le trame erotiche non sarebbero più di una su dieci. (ibidem)

(a cura di Roberta Mercuri)