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 2015  agosto 12 Mercoledì calendario

Il giallo del contratto di Cassano, ritrovato da un giornalista nel cestino della spazzatura di un hotel. Indignata la risposta del presidente della Samp: «Giù le mani dalla Samp»

Il contratto di Cassano, neanche fosse un comunicato delle Br, lo hanno trovato nella rumenta. Nel cestino di un hotel. Una copia gettata nell’immondizia, riesumata da un cronista e infine resa pubblica – in un profluvio di dettagli – sul principale giornale cittadino. La società di Ferrero, per rispondere allo spirito dei tempi, si è prodotta in un’indignata risposta intitolata “Giù le mani dalla Samp” in cui ha parlato di cifre inesatte, lamentando: “La pubblicazione non autorizzata di documenti riservati recuperati con mezzi sui quali preferiamo sorvolare”.
Ma, si sa, il tema tira, se Maometto non va alla montagna i giornalisti vanno – con diritto – alla spazzatura e i presunti 700 mila euro scarsi investiti su Cassano, nel mercato che ha visto stanziarne 30 per Kondogbia, non sembrano il peggiore dei mali. Il denaro, nel calcio più che altrove, non ha odore. Quello della minestra riscaldata preferita dai tifosi della Samp ha sempre profumato di favola e perdono. Medicina utile a suturare le ferite di un’estate in cui la dialettica tra allenatore, ambiente e presidente, complice l’eliminazione dall’Europa, è stata spesso sul crinale che divide il dramma dalla farsa e il caos dall’allegro cinepanettone. Interpreti della saga ligure, un padrone diverso da tutti gli altri appena arrivato sui nostri schermi, un allenatore diverso da tutti gli altri da molto tempo assente dai nostri schermi, una tifoseria desiderosa di restare in primo piano dopo troppe delusioni e una squadra che con il suo precedente tecnico, Mihailovic, aveva smesso di comunicare già in gennaio.
Il quadro andava ricostruito e per rifinire la cornice è arrivato Zenga. Reduce dagli Emirati Arabi e accolto – prima di essere insultato al primo clamoroso intoppo – con lo scetticismo riservato a uno sceicco senza portafoglio. La stessa accusa che adesso i detrattori locali indirizzano a Ferrero. “Finora ha pagato Garrone”, scrivono. “C’è dietro Volpi”, insinuano.
La Sampdoria risponde. Mette in luce gli investimenti sui giovani, l’acquisizione gestionale dello stadio, l’allargamento strutturale di Bogliasco, il pareggio di bilancio e, dopo aver goduto per mesi dell’operazione simpatia generata da Ferrero, denuncia oggi quella contraria di un’informazione “particolarmente interessata alla spasmodica ricerca di cavilli e notizie false, infondate, tendenziose e irrispettose, al solo fine di mettere in cattiva luce la proprietà e la società”. Sospettano, alla Samp, che la stampa locale abbia poco da guadagnare da un presidente come l’attuale e che la ragione di tanto livore sia da ricercare nella marcata differenza dei rapporti con i media rispetto ai tempi garroniani. C’erano quelli alla Iachini, sempre pronti a confidarsi con i giornalisti autoctoni e ora ci sono il silenzioso Zenga e il presidente che parla con il Corriere della Sera.
In questo clima, in un’atmosfera perfetta per lo sbarco dell’eroe a Itaca, è arrivato Cassano. Ci voleva un attore che sapesse tenere la scena come Ferrero. Che la dividesse con lui. All’ipotesi, il presidente aveva pensato a mercato ancora acerbo. Aveva informato Zenga, accolto prima il sì strozzato e poi i dubbi, aspettato con pazienza la gara con il Vojvodina e poi, visto il disastro, proceduto di testa sua come avrebbe voluto fare fin dal primo istante. Zenga, ondivago, si è tenuto per un soffio la panchina e con orgoglio (non era scontato) la fiducia della truppa. Ha abbracciato Cassano e oggi, in attesa di giudizio, guarda allo strano ingaggio del ’99 con la speranza che l’alchimia produca miracoli in doppia cifra. Potrebbe anche succedere e di paradosso anarchico in paradosso anarchico (cifra comune a Cassano e a Ferrero), l’allenatore ideale per l’ex Parma potrebbe essere proprio l’anti-Sinisa. Uno che a differenza del serbo, preferisce il dialogo alla frusta. Il film non è ancora iniziato. Si vedrà.
La Genova che a 5 anni di distanza dall’ultimo fotogramma – l’inelegante vaffanculo a Garrone – guarda al suo secondo tempo, vede in Cassano il naturale complemento di una mitologia fondata sull’andare e sul tornare e ha riaccolto l’ex reprobo con l’entusiasmo riservato al figliol prodigo. Cento abbonamenti al giorno. Delusione europea quasi scomparsa. Corsa a Chiavari per la trascurabile amichevole con l’Entella in cui il nostro – chi lo sa? – stasera potrebbe persino apparire per 5 minuti. E allora? Pace raggiunta? Pagina voltata? Sampdoria in volo? Nessuno può dirlo. Decideranno i risultati. Come ieri, come sempre.