Il Messaggero, 12 agosto 2015
Elvis forever, un mito all’asta. Quest’anno Presley avrebbe compiuto 90 anni. Nell’anniversario della morte fioccano le iniziative per ricordarlo: dalle vendite di cimeli su ebay al libro dell’infermiera che lo accudì fino all’ultimo
L’Elvismania, puntale come le stagioni, risboccia ad agosto. È il mese della commozione per il re del rock’n’roll, scomparso il giorno 16 di 38 anni fa. E quest’anno c’è una ragione commemorativa in più, se il suo cuore non fosse scoppiato per un infernale cocktail di farmaci, avrebbe compiuto 80 anni. Occasione propizia per riaccendere con nuovo vigore la caccia al cimelio, per vendere francobolli o santini, per allestire mostre, per riesumare la sua voce e i suoi vizi, insomma per fare soldi (Presley è l’artista scomparso che incassa di più dopo Michael Jackson). Ci provano, stavolta a raccontarlo, due libri e un film. Uno lo firma l’infermiera che per otto anni lo ha assistito a Graceland, Letetia Henley Kirk, che ha dato alle stampe le sue memorie intitolate Taking Care of Elvis, in cui, oltre a professare riconoscenza, rivela la terribile spirale di dipendenza che ha condotto il suo ex datore di lavoro alla morte: «C’erano sempre pillole, spuntavano dovunque. Niente droghe, solo medicine, ma era un incubo, impossibile fermarlo». Del resto, si racconta, che nell’anno della sua morte Elvis si fosse fatto prescrivere circa diecimila pillole di varie sostanze. Quanto a Trina Young in Elvis: Behind The Legend (uscito ieri), la giornalista tira fuori i suoi problemi con la balbuzie (cominciò a cantare per superare il problema di linguaggio), parla del terrore che lo pervase quando fu chiamato a prestare servizio militare (e dire che venne propagandato come un simbolo delle forze armate statunitensi). Il libro gioca molto sul contrasto tra immagine pubblica e desideri privati: il rivoluzionario del rock che non aveva nessuna aspirazione a essere un re del rock, ma piuttosto una pop star tradizionale, il teenager rubacuori che sognava d’essere un attore serio, il simbolo antiestablishment che stringeva orgogliosamente la mano a Nixon. E, a proposito dell’ex presidente americano, nei prossimi mesi uscirà il film Elvis & Nixon, storia del bizzarro incontro fra il re del rock e l’allora inquilino della Casa Bianca nel 70, diretto da Liza Johnson, interpretato da Michael Shannon nei panni di Presley e Kevin Spacey in quelli del presidente. In quell’incontro, sollecitato da Elvis con una lettera in cui chiedeva di diventare un agente antidroga dell’Fbi (proprio lui) e se la prendeva coi Beatles che denigravano l’America, Nixon gli concesse una tessera d’onore di agente federale.
IL FRANCOBOLLO
La celebrazione del mito passa anche dalla pubblicazione di un francobollo ufficiale con tanto di cerimonia oggi a Graceland, dalla inaugurazione di due nuove statue a Tupelo, una che lo raffigura a 11 anni con una chitarra in mano e l’altra negli anni 70, dalla pubblicazione, a ottobre, del disco If I can dream dove la sua voce viene accompagnata dalla Royal philarmonic orchestra e dai duetti con Michael Bublè e con Il Volo). Naturalmente non mancherà una nuova asta di cimeli che, per fortuna, non arriverà agli eccessi di tre anni fa quando, in Inghilterra, vennero messe all’incanto addirittura delle mutande (non lavate) usate in un concerto del ’77 per 10 mila sterline. Nessuno però se la sentì di portarsele a casa. Anche i miti hanno una decenza. Domani a Graceland e in diretta su ebay, durante la annuale Elvis week di celebrazioni, verranno battuti più di 174 oggetti. Ci sono la tuta bianca stellata in blu indossata nel ’73 nel concerto all’Hilton di Las Vegas e in tanti live, stimata tra i 100 e i 150 mila dollari, la giacca della scena del ballo con Ann-Margaret nel film Viva Las Vegas (valore 50 mila dollari), una chitarra acustica con gli autografi di Elvis, Jerry Lee Lewis, Johnny Cash e Carl Perkins, risalente al periodo del celebre Million dollar quartet, e una pistola con inciso il nome Elvis sul telaio, valutata 125 mila dollari.
Ma non finisce qua: fino al 31 agosto alla 02 Arena di Londra c’è una mostra dedicata al Re del rock con trecento pezzi tra Cadillac, strumenti musicali, abiti, tantissimi dischi. Infine, nel fervore commemorativo, la Pulse Evolution, specializzata nel far rivivere virtualmente i divi scomparsi (l’hanno già fatto con Monroe e Jackson) pensa di mettere in piedi a Las Vegas uno spettacolo con l’oleogramma di Elvis e poi di portarlo in Europa. I miti non devono morire.