Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 10 Lunedì calendario

A Firenze la parola “frocio” sparata con lo spray nero copre quasi tutto il manifesto del concerto di Mika. A far rimbalzare l’immagine su Instagram è lo stesso cantante appena si accorge che il post è diventato virale. «Non ho paura di chi discrimina. Nessuno deve averne. L’amore fa quel che vuole», scrive. Inizia così la campagna di la solidarietà da parte di cantanti, amici, giornalisti, fan e persone che semplicemente si sentono chiamate in causa dall’offesa omofoba

La parola “frocio” sparata con lo spray nero copre quasi tutto il manifesto del concerto di Mika. Il 30 settembre il cantante sarà al Mandela Forum di Firenze ed è su un muro di Firenze che quel cartellone infangato di vernice stava appeso fino a ieri, prima che il sindaco Dario Nardella ne ordinasse la rimozione. La foto dell’insulto appare nella pagina facebook di un ragazzo, il poster è vicinissimo a un liceo scientifico del suo quartiere. Ma a far rimbalzare l’immagine su Instagram è lo stesso Mika appena si accorge che il post è diventato virale. «Non ho paura di chi discrimina. Nessuno deve averne. L’amore fa quel che vuole», scrive. Un secondo dopo inizia il diluvio dei commenti e scatta la solidarietà da parte di cantanti, amici, giornalisti, fan e persone che semplicemente si sentono chiamate in causa dall’offesa omofoba. Nel giro di pochi minuti nasce l’hashtag #rompiamoilsilenzio che raccoglie migliaia di adesioni. «Avevo visto la scritta sui miei manifesti e il mio istinto era di lasciar stare», racconta Mika in un tweet. «Ho pensato che l’odio di alcune persone, una cosa che conosco bene, fosse meglio ignorarlo, ma invece voi avete ragione».
Nardella è tra i primi a reagire, con un tweet in cui dice «#firenze non è omofoba ma città aperta». Si scusa, definisce l’atto vergognoso, chi lo ha commesso disonora i valori su cui si fonda la comunità fiorentina, incompatibili con certe manifestazioni di inciviltà. Il manifesto viene staccato, la polizia municipale, fa sapere il sindaco, provvederà a informare l’autorità giudiziaria. «Quel manifesto è stato imbrattato da vigliacchi», dice Nardella. E come lui in tanti condannano la scritta. «Grande Mika, avanti così a tutta forza», scrive la cantante Elisa. E Fedez: «Si scrive omofobia, si legge ottusità. Ti sono vicino amico». «Quando qualcuno è ignorante limitato povero d’animo arrabbiato frustrato se la deve sempre prendere con qualcun altro», commenta Paola Turci. I tweet si moltiplicano, Nichi Vendola aderisce all’hashtag, radio, riviste musicali, gente dello spettacolo, in tanti mandano un messaggio di solidarietà. «#lamorefaquelchevuole mi sembra un concetto molto intelligente e onesto, da una persona intelligente e onesta come @mikasounds”, scrive Alessandro Cattelan, conduttore di X Factor. «Sono sconcertato dalla pochezza di certe persone», è il commento di Mario Garrucciu, che nell’edizione del programma dello scorso anno era nella squadra di Mika. «Leggo e vedo che dall’odio è nato solo amore e tolleranza», scrive Fede rivolto all’autore dell’offesa. «Chiunque tu sia hai perso». Eli cita la frase di una canzone di Marco Mengoni, «Si può amare chiunque, l’importante è che si ami davvero». Lorella twitta: #rompiamoilsilenzio. E non solo per lui che è una roccia e se la cava, ma per i più deboli e senza voce. Certe cose nel 2015 non dovrebbero accadere a nessuno, famoso o no».
Mika ti ammiro, Mika sei il nostro orgoglio, la catena degli hashtag si allunga col passare delle ore, la gran parte dei tweet sono in inglese, «there is no place in paradise or even here on earth for homophobes», non c’è posto né in cielo né in terra per gli omofobi. «Basta con questo medioevo di maleducazione e persecuzione, basta con gli insulti, basta con l’ossessione sessuale», scrive la corrispondente dagli Stati Uniti di Skytg Liliana Faccioli Pintozzi. «Con Mika, con l’Italia migliore, con chi non ha paura di amare. Perché chi ama è felice, chi odia è solo un frustrato», dice Marco Furfaro. Qualcuno allarga il tema: «Facciamo che #rompiamoilsilenzio con un mega concerto di @mikasounds per festeggiare le unioni civili quando saranno legge?», propone Francesco Nicodemo, guadagnandosi 50 retweet. Prima che il manifesto venisse rimosso, come si vede nelle immagini diffuse dal Comune di Firenze, qualcuno gli ha affiancato un cartello bianco: “#rompiamoilsilenzio #l’amorefaquello che vuole”. Le stesse parole scritte da Mika. È il messaggio con cui Firenze chiede scusa.