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 2015  agosto 10 Lunedì calendario

Uccidere la Regina con una pentola a pressione. Così l’Isis pensava di far fuori Elisabetta al corteo reale di Ferragosto. Ma Scotland Yard e l’Mi5 hanno sventato l’attentato in stile Boston. Tra gli obietti ci sarebbero stati anche il principe di Galles ed erede al trono Carlo e il premier David Cameron. Non era prevista invece la partecipazione alla cerimonia del principe William, che a quel punto sarebbe diventato il nuovo sovrano

Se ci fossero riusciti avrebbero messo a segno il più grosso attacco terroristico dopo quello per mano di al Qaeda dell’11 settembre. L’obiettivo dei jihadisti dello Stato Istamico era uccidere in diretta tv la regina Elisabetta il giorno di Ferragosto facendo esplodere un ordigno al passaggio del corteo nel mezzo della folla. Un attentato in pieno stile Isis, che ci ha ormai abituati in questi mesi a video raccapriccianti con immagini di morte in diretta.
L’occasione scelta era la cerimonia per il settantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale nel Pacifico, alla presenza di un migliaio di veterani, alle loro famiglie e al folto pubblico che assiste regolarmente al passaggio dei membri di casa reale per le strade di Londra.
L’ATTENTATO
A rivelarlo è l’edizione domenicale del Daily Mail secondo il quale sarebbero state le unità speciali di Scotland Yard (“SO14” a protezione della famiglia reale e “SO1” che protegge il primo ministro) e l’Mi5 (il controspionaggio britannico) a sventare l’attentato. La cellula jihadista britannica – secondo il giornale – voleva far esplodere una bomba improvvisata formata da una pentola a pressione imbottita di esplosivo, chiodi e cuscinetti a sfera. Lo steso tipo di ordigno usato dai fratelli ceceni Tsarnaev nell’attentato alla maratona di Boston il 15 aprile 2013, che provocò 3 morti e 264 feriti.
La bomba di ferragosto sarebbe dovuta esplodere intorno alle 14 alle spalle del quartier generale delle Guardie della regina da dove parte ogni giorno la cerimonia del cambio della Guardia. È proprio lì che migliaia di persone si sarebbero trovate, lungo il tragitto che da Trafalgar Square attraversa Whitehall, la strada dei ministeri, per arrivare all’abbazia di Westminster punto di arrivo del corteo. L’obiettivo oltre alla regina sarebbero stati, tra gli altri, anche il principe di Galles ed erede al trono Carlo e il premier David Cameron. Non era prevista invece la partecipazione alla cerimonia del principe William, che a quel punto sarebbe diventato il nuovo sovrano.
Polizia e servizi, riporta il Daily Mail, sarebbero stati impegnati nelle ultime ore in una «frenetica corsa contro il tempo» per smontare il piano orchestrato dai terroristi. E secondo fonti citate dal giornale britannico, ci sarebbero state specifiche minacce dirette contro la regina Elisabetta, tali da costringere a rivedere in gran fretta i piani di sicurezza per gli eventi del fine settimana. Nonostante le minacce, infatti, la regina ha deciso di non cancellare l’evento.
LE INDAGINI
Al momento non ci sarebbero stati arresti ma l’unità antiterroristica sta monitorando la situazione e ci sarebbero prove concrete che il piano sia partito proprio dalla Siria. Sono centinaia i foreign fighters che in questi anni sono partiti dal Regno Unito per unirsi all’Isis, e sulla rete si moltiplicano i messaggi di un possibile attacco a Londra. All’indomani dell’attentato sulla spiaggia di Sousse il premier Cameron aveva annunciato la possibilità che la Gran Bretagna fosse oggetto di attentati simili. Un portavoce della Metropolitan Police ha però rassicurato: «Anche se il rischio di minacce alla sicurezza del Regno Unito resta elevato, il lavoro dell’intelligence permette di rassicurare i cittadini». «I piani – ha aggiunto – vengono continuamente rivisti per tutti gli eventi pubblici». Per sabato prossimo saranno predisposte straordinarie misure di controllo tra cui l’identificazione fotografica per ottenere i permessi di presenziare alla sfilata.