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 2015  agosto 10 Lunedì calendario

Morire a 18 anni in discoteca. È successo di nuovo, a Lecce. Lorenzo Toma dopo aver trascorso la serata in centro città è andato a ballare al Guendalina di Santa Cesarea Terme, con la fidanzata e un paio di amici. Poi alle 6.20 «ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male. Lo abbiamo portato fuori, per fargli prendere un po’ d’aria» ma lui si accasciato nel parcheggio. Arrivano i soccorsi, i medici notano tracce ematiche sul volto del ragazzo, chiamano il Centro antiveleni di Pavia e poi la corsa – inutile – all’ospedale. La madre urla, la famiglia di Lamberto Lucaccioni, il 16enne morto al Cocoricò si unisce al dolore. E tornano le polemiche sulla droga e i giovani, anche se al momento non è ancora possibile stabilire che cosa realmente abbia bevuto Lorenzo

Aveva trascorso la serata, fino alla mezzanotte, nel centro storico della sua città, Lecce, con la fidanzata e due amici. Poi Lorenzo Toma, 19 anni non ancora compiuti, un diploma all’Istituto tecnico commerciale Costa, decide con gli amici di andare a ballare al “Guendalina” di Santa Cesarea Terme, il tempio della tecno-house, uno dei locali più famosi della costa adriatica del Salento. Un sabato sera come tanti altri. Poi Lorenzo alle 6.20 stava ballando, «ha bevuto qualcosa e subito dopo si è sentito male. Lo abbiamo portato fuori, per fargli prendere un po’ d’aria», ha raccontato la fidanzata ai carabinieri. Sono le 6.40 quando il ragazzo si accascia nel parcheggio della discoteca, privo di conoscenza. Gli amici chiamano subito i soccorsi. Questi i fatti, quasi una telecronaca: alle 6.55 arriva una prima ambulanza del 118. A Lorenzo viene praticato il massaggio cardiaco. Dopo le 7 ne arriva una seconda. I medici notano tracce ematiche sul volto del ragazzo e chiamano il Centro antiveleni di Pavia. Poi la corsa all’ospedale. Ma il giovane è morto quando arriva al “Vito Fazzi” di Lecce. Alle 8 ne viene constato il decesso. La madre, sotto choc e in preda alla disperazione, nella camera mortuaria non smette di piangere ed urlare: «Ditemi cosa gli hanno dato in quella discoteca. Chi è stato ad uccidere il mio angelo. Voglio la verità».
VENTI GIORNI DOPO
La tragedia si è consumata all’uscita della stessa discoteca che per il 12 agosto ha organizzato una “Cocoricò night”, serata a sostegno del locale emiliano che, dopo la morte – appena venti giorni fa – per overdose di ecstasy del 16enne di Città di Castello Lamberto Lucaccioni, è stato chiuso per quattro mesi dal prefetto di Rimini. E proprio la famiglia Lucaccioni si è unita al “grande dolore” dei Toma, evidenziando che «il coraggioso provvedimento assunto dal questore di Rimini Maurizio Improta non può da solo risolvere in venti giorni il problema dei decessi di giovani in Italia per droga».
Il magistrato di turno della Procura di Lecce, Stefania Mininni, ha disposto l’autopsia ed è probabile che saranno eseguiti esami tossicologici per chiarire le cause del decesso. I carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e della Compagnia di Maglie hanno ascoltato gli amici della vittima per ore, intenzionati a capire se il ragazzo abbia preso alcol o droghe. Tra le ipotesi anche quella di un malore per congestione, magari provocato da una bibita ghiacciata. Sotto interrogatorio anche i titolari del locale e gli addetti alla sicurezza, che potrebbero aver notato qualcosa. I carabinieri nel pomeriggio sono tornati all’interno del Guendalina, cercando la bottiglia dalla quale il giovane avrebbe bevuto, per poi sentirsi male pochi istanti dopo. Un compito arduo, visto che all’ingresso della discoteca c’è ogni sera un tappeto di bottigliette d’acqua. E al momento non è ancora possibile stabilire che cosa realmente abbia bevuto Lorenzo e se all’interno della bevanda fosse stato sciolta o meno qualche sostanza stupefacente.
VERTICE IN PREFETTURA
Il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, ha convocato per oggi alle 13 una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Proprio la scorsa settimana, in una riunione del comitato, si era discusso delle iniziative di prevenzione per evitare tragedie nelle discoteche.
Il Codacons chiede «un giro di vite nelle discoteche italiane e nei locali della movida» e il manager del Guendalina, Vincenzo De Robertis accusa «ritardi nei soccorsi, l’ambulanza è arrivata dopo 40 minuti». E ieri, durante i controlli antispaccio, i carabinieri della Compagnie di Maglie hanno arrestato a Santa Cesarea Terme due pusher. Uno di loro, un 21enne di Bari noto alle forze dell’ordine, in flagranza di reato all’interno del Guendalina. I due arresti però non sembrano essere collegati con la morte di Lorenzo Toma.