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 2015  agosto 07 Venerdì calendario

Alzin Tareq, una farfalla di dieci anni in acqua. Una bambina del Bahrein gareggia ai Mondiali di nuoto: «È abbastanza logico, sono la più veloce della squadra del mio Paese. Ho vinto le qualificazioni sfidando le mie avversarie, anche adulte». Per partecipare infatti non c’è un limite di età, ma c’è chi insorge: «Mandatela al parco a giocare»

Una farfalla  di dieci anni in acqua. Non è poesia, è Alzain Tareq: 10 anni, del Bahrain, oggi in vasca nei 50 delfino e domani nei 50 stile libero. Una bambina ai mondiali di nuoto, la più grande manifestazione dopo le Olimpiadi. «È abbastanza logico» ha sentenziato Tareq, «sono la più veloce della squadra del mio paese, ho vinto le qualificazioni sfidando le mie avversarie, ovvio sì, anche adulte. E ho vinto». Sconcerto, anche se far gareggiare i bambini non è illegale: la Federazione internazionale di nuoto, la Fina, a differenza di altre federazioni, non mette un limite di età sotto il quale è vietato partecipare. Soltanto nei tuffi la soglia fissata è 14 anni. «Bisogna vedere quanta libertà o quanta pressione da parte dei genitori e dei parenti ha. Penso che una bambina di dieci anni è meglio che giochi al parco piuttosto che essere ad un mondiale o una coppa del mondo» ha fatto notare l’allenatore della squadra tedesca, Henning Lambertz. Non a torto. A guardare le liste degli iscritti alle gare, le date di nascita a volte sembrano un errore di stampa: 2000, 2001, addirittura 2003. Domenica scorsa il birmano Ahnt Khaung Htut, 12 anni, ha nuotato nelle eliminatorie dei 100 rana e dei 400 sl. Non è un bambino sconosciuto, di lui si era parlato anche l’anno scorso ai mondiali in vasca corta a Doha, quando disputò una gara dopo l’altra: 400 sl, 50-100-200 dorso, 100 misti. Insieme a lui c’erano due bambini di 11 anni, sempre dalla Birmania: Su Moe Theint San (7 gare tra rana, delfino e misti), e Khant Khant Su San (dai 100 agli 800 sl, e 100-200 farfalla). I baby non sono passati inosservati alle delegazioni di Svezia e Norvegia, il cui presidente Per Rune Eknes Aftenposten, ha reagito duramente: Svezia e Norvegia avevano lanciato l’allarme, e anche Filippo Magnini aveva sollevato il problema con un tweet che chiedeva regole più severe. Un anno dopo niente è cambiato. Alzain Tareq: «Non ho paura di niente e di nessuno. Anche se non ho mai fatto un mondiale, ho già gareggiato molte volte. La cosa più importante per me è fare esperienza in eventi di alto livello e vedere le capacità tecniche dei campioni olimpici e, magari, aggiungere un po’ delle loro abilità al mio repertorio». Repertorio, a 10 anni.