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 2015  agosto 07 Venerdì calendario

A sorpresa Montepaschi chiude la prima metà dell’anno con i conti in crescita e profitti per 193,6 milioni, grazie alla cessione di Anima. L’ultimo cda di Profumo prepara la dote per il futuro matrimonio (sempre in cerca di uno sposo)

«Oggi possiamo contare su una solida base patrimoniale». Fabrizio Viola, ad di Monte Paschi, attacca così il suo commento sui conti del secondo trimestre della banca: positivi sul piano reddituale, con una forte accelerazione dei profitti a 193,6 milioni nella prima metà dell’anno (contro i 353 milioni perduti nei primi sei mesi del 2014), di cui 121 nel secondo trimestre grazie alla cessione del 10,3 di Anima a Poste.
Strepitosi sul fronte della crescita del patrimonio, al punto da sorprendere gli analisti che hanno dedicato buona parte delle domande della conference call serale a capire come abbia fatto la banca senese a mettere a segno un così rilevante balzo sul fronte della solidità del patrimonio: oggi il Common Tier 1 dell’istituto è all’11,3% il che corrisponde ad un common Equity Tier 1 Ratio “fully loaded” al 10,7%, ben al di sopra del livello previsto dallo Srep, il prossimo esame della Banca Centrale Europea, che fissa l’asticella minima al 10,2%. Una sorpresa positiva, soprattutto perché il dato tiene conto dell’impatto del tormentato contratto Alexandria che separa la banca da Nomura: il peso sul Cet Tier 1 è di 55 punti basi, destinato a salire fino a 68 punti base, ma sottolinea Viola, la chiusura del contenzioso, in una delle tre cause in atto, non comporterà perdite nuove o impreviste. Se il derivato fosse chiuso ora, ha spiegato il chief financial officer Bernardo Migrone, il costo per Siena sarebbe di 750 milioni di euro (in calo da 1 miliardo stimato a gennaio) ma questo non si rifletterebbe in una perdita analoga sul bilancio dl Mps dato che alcuni fattori sono già stati contabilizzati. Inoltre, ha sottolineato Viola, la banca è fiduciosa sull’esito dei vari giudizi.
Insomma, non c’è due senza tre: dopo i conti positivi di Intesa ed Unicredit, anche Monte Paschi, la grande malata del credito di casa nostra, mostra segnali di ripresa nel giorno dell’addio di Alessandro Profumo dopo più di tre anni passati pericolosamente sulla tolda della banca. Un periodo difficilissimo, scandito da tensioni con i dipendenti e i poteri localiche, dopo mille resistenze, hanno dovuto cedere l controllo di quella che resta per ora la terza banca italiana.
Al successore Massimo Tononi, già presidente di Borsa Italiana, che verrà insediato dall’assemblea fissata per il 15 settembre, il compito di pilotare il Monte verso una sistemazione definitiva, così come vuole la Banca Centrale europea. Il miglioramento dei conti, infatti, non modifica i termini del problema della futura collocazione della banca senese. Il consiglio dell’istituto, spiega l’ad, ha già approvato le linee del piano da presentare alla Bce in merito alle scelte sul partner. Ma la data del 26 luglio, indicata da Francoforte, non è tassativa: la Bce non ha dato una tempistica per un merger con un altro player. E le trattative «interessanti» non mancano.
La novità, insomma, è che Siena oggi non è più in condizioni di assoluta emergenza. Le ragioni? Innanzitutto l’iniezione di capitali, 3 miliardi in tutto, che ha permesso alla banca di uscire dalla posizione di vigilato speciale di Stato. «Possiamo dire – ha detto Viola – che abbiamo riportato indietro le lancette dell’orologio al 2008, prima dell’emissione dei Tremonti bond». Secondo punto di forza: il forte recupero della liquidità, in buona parte legato al recupero di redditività e dei margini di interesse saliti di 4,7% a 1,18 miliardi, più commissioni nette a 927 milioni (+6,4%). Mps ha così potuto restituire integralmente i prestiti Ltro ricevuti dalla Bce ed abbassare in maniera significativa il costo della raccolta.
Intanto, si manifestano i primi segnali della frenata delle sofferenze («che restano comunque troppo alte»). In attesa che la nuova legge fallimentare produca i primi effetti. «È presto per quantificare gli effetti – conclude Viola – ma per noi l’approvazione della legge è senz’altro una buona notizia».