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 2015  agosto 07 Venerdì calendario

A Pompei è tutto uno scherzo. Lunedì Franceschini in pompa magna ha riaperto la Palestra Grande degli Scavi, dopo sette anni di lavori di restauro. Ma appena il ministro ha imboccato l’autostrada per tornare a Roma, la Palestra è stata chiusa al pubblico. Non c’è personale sufficiente, fanno sapere dalla Soprintendenza

Dopo il regno di Franceschiello, la repubblica di Franceschini. Inteso come Dario, ministro dei Beni Culturali. Arriva lui e sembra che a Pompei non abbia mai eruttato il Vesuvio. Se ne va, si spengono i riflettori e la festa finisce. Ma comincia la polemica.
Succede lunedì, quando l’uomo di governo compare nel sito archeologico. Occasione speciale: riapre, dopo sette anni di lavori di restauro, la Palestra Grande degli Scavi di Pompei. Un edificio rettangolare destinato agli esercizi ginnici e abbellito dagli affreschi di Moregine, che prendono il nome dalla località in cui sono stati rinvenuti, a mezzo chilometro dalle mura della città sepolta, mentre erano in corso i lavori di costruzione della Napoli-Salerno. Le opere, di epoca neroniana raffiguranti varie divinità, sono collocate nel portico meridionale della Palestra. Tornate al loro posto dopo aver girato il mondo, protagoniste assolute di diverse mostre dedicate alla pittura dell’Antica Roma.
Per farla breve: non appena Franceschini imbocca l’autostrada, la Palestra chiude e chi s’è visto, s’è visto. A nulla sono valse, inizialmente, le proteste dei turisti. La Soprintendenza, in difficoltà col personale in ferie, ha fatto sapere che, in una prima fase, la nuova area monumentale sarebbe stata aperta, fino al 17 ottobre, solo il sabato sera, dalle 20 alle 24. Altro che Palestra: un lounge bar. Poi arriva un’altra versione. La Palestra necessita di un altro «sopralluogo tecnico», quindi l’inaugurazione è stata “provvisoria”.
«A Pompei il vento sta cambiando», aveva detto Franceschini proprio alla presentazione. Tale e quale. Infine, raccontano, quando il ministro si è reso conto della dimensione che stava prendendo la figuraccia (la sua), ha telefonato a quelli della Soprintendenza, ordinando di richiamare il personale a riposo per aprire il sito ai turisti, da subito, tutti i giorni, anche in orario diurno. La rabbia dei visitatori e la denuncia del Corriere del Mezzogiorno hanno fatto il resto. Ed eccoci qui: «Abbiamo deciso di riaprire la Palestra Grande», ha spiegato il soprintendente agli scavi archeologici di Pompei Massimo Osanna. «Nelle nostre intenzioni c’era quella di attendere la “Notte dei musei”, sabato prossimo, per poi fissare la data di apertura diurna, per cui abbiamo chiesto ai dipendenti», si giustifica Osanna, «su base volontaria, di rientrare dalle ferie e così ora possiamo aprire definitivamente la Palestra Grande». Diplomatico, il soprintendente nega le pressioni del ministro per rimediare alla grana che stava diventando sempre più grande, ora dopo ora. «Noi», minimizza, «siamo sempre in contatto con il ministro, lui voleva che fosse aperta». E così è stato.