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 2015  agosto 06 Giovedì calendario

Due o tre cose su Marco Fortis, il consigliere economico di Palazzo Chigi indicato dal Tesoro per la Rai. Di televisione non ha alcuna competenza, ma questo non pare un requisito necessario, visti i curricula degli altri. Piace a Renzi perché è professore di Economia più ottimista, sempre pronto a prevedere boom, riprese, miracoli, tutti italiani

Era inevitabile che Marco Fortis e Matteo Renzi si piacessero. Il professore di Economia più ottimista, sempre pronto a prevedere boom, riprese, miracoli, tutti italiani. E il premier che pensa positivo, che dichiara guerra ai “gufi” e considera la volontà più forte dei numeri. Nel consiglio di amministrazione lo indica formalmente il Tesoro come suo rappresentante, ma Fortis arriva in Viale Mazzini come inviato di Palazzo Chigi. Di televisione non ha alcuna competenza, ma questo non pare un requisito necessario, visti i curricula degli altri.
Marco Fortis ha mille attività, ma la qualifica con cui si presenta in pubblico è di vicepresidente della fondazione Edison, una specie di centro studi che custodisce la cultura industriale e manifatturiera di quella che un tempo era la Montedison e che oggi è soltanto la Edison, controllata dai francesi di Edf. La Fondazione Edison è, nel dibattito pubblico, la versione più istituzionale della Cgia di Mestre, Fortis un omologo accademico del compianto Giuseppe Bortolussi: producono dati, analisi, poco di autonomo, di solito rielaborazioni, ma sempre osservati con grande attenzione dalla politica e rilanciati dai giornali. E Fortis piace a tutti i governi perché è ottimista, sempre.
Si trovano ancora su Internet sue presentazioni con la Fondazione Edison del 2011 in cui si sosteneva che “la ripresa italiana non è così lenta come sembra”. Quell’anno l’Italia rischiò il default, nel successivo il Pil segnò -2,4 per cento. L’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti lo stimava moltissimo, era uno dei suoi due punti di riferimento assieme ad Alberto Quadrio Curzio. Ma i ministri passano, Fortis resta.
E quando è iniziato il renzismo, il vicepresidente della fondazione Edison non ha fatto mancare giudizi utili e lusinghieri dell’operato del governo. Del tipo: “I consumi sono ripartiti grazie al bonus da 80 euro. Questo sarà un elemento di riflessione importante nei prossimi dibattiti” (diceva a maggio al Sussidiario.net).
Nell’ottobre 2014, Fortis diventa consulente economico del governo Renzi. A titolo gratuito, ma è il prestigio che ne deriva che conta. Sul Fatto, Antonio Massari ha però rivelato una strana coincidenza di date. Proprio nel periodo in cui il premier decide di avvalersi dei consigli di Fortis, il governo congela una richiesta di risarcimento danni da 1,1 miliardi di euro alla Edison per il disastro ambientale della discarica di Bussi. La richiesta di risarcimento danni in sede civile è pronta da mesi, ma il governo non dà seguito.
La Corte d’Assise di Chieti poi assolve gli ex tecnici Montedison e Ausimont dall’accusa di avvelenamento delle acque, mentre prescrive il reato di disastro ambientale, perché derubricato da doloso in colposo. Una sentenza sulla quale ora sta indagando anche la procura di Campbobasso.
Fortis, sebbene non indagato, è un ex consigliere di amministrazione della società accusata – e poi ritenuta colpevole (il reato colposo c’è ma è prescritto) – di aver causato il disastro ambientale di Bussi, la Ausimont. Per giorni il Fatto ha chiesto a Matteo Renzi se fosse consapevole del ruolo di Fortis in quella vicenda. Nessuna risposta.