Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  agosto 06 Giovedì calendario

Il pazzo argento di Gregorio Paltrinieri. Negli 800 il fenomeno cinese Sun brucia l’azzurro nello sprint finale. «Sapevo che avrei perso, ci ho provato, agli ultimi 100 ho tirato fuori l’anima ma ero morto. Ma ora ci sono i miei 1500. Dicono che sono l’atleta a cui Federica Pellegrini cederà il testimone. Ma Fede è Fede. La più forte nuotatrice italiana di tutti i tempi»

Scarpone da basket, codino sui capelli, l’allegria. Faccia e modi da Greg. Argento e record europeo negli 800 metri stile libero per il mezzofondista di Carpi Paltrinieri, 20 anni e una pazza idea: «C’ho provato a vincerla, agli ultimi 100 ho tirato fuori l’anima ma ero morto». Non lo era lo spropositato Sun Yang, campione olimpico, che vince dopo una gara fiutata a distanza, controllata, poi riagguantata quando serviva. Il cinese si rallegra andando sul podio con delle sneakers illuminate. Faville. Aveva già il titolo nei 400 sl e soltanto l’argento nei 200, questa gara la voleva in una stagione controversa dopo lo stop di tre mesi lo scorso anno per trimitazidina. Sun vuole dimostrare che era tutto un caso: è stato sui talloni di Greg per tre quarti gara, poi è esploso negli ultimi 100 metri rimontando Paltrinieri, chiude in 7’39”96. Greg dietro col fiatone ma mica tanto: 7’40’’81, col primato in Europa tolto al compagno di allenamenti ad Ostia Gabriele Detti (7’42”74 dell’8 aprile 2014, Riccione) e nipote del suo tecnico, Stefano Morini. Che si commuove: «Queste sono le medaglie vere, che contano. Questa di Greg anche se non è specialità olimpica e quella di Federica Pellegrini. La verità? Che Greg andasse sul podio ne ero certo. Anche se sono emozionato lo stesso. L’ho visto nuotare come al solito davanti alla tv, con i miei due cronometri. Ha disputato la gara che volevamo. Sun è ancora lontano negli 800 ma, toccandomi tutto, penso che nei 1500 abbiamo maggiori opportunità. Pensavo si potesse vincere con questo tempo e che il cinese potesse cedere nei passaggi intermedi. Mi dispiace che non ci sia Detti, avrebbe lottato per il podio. Su Greg che dire: non avevo dubbi». Greg, un po’ sì. Anche se lui, da queste parti di lunghezze e fatiche, è ormai tra i re. Sesto sulla distanza a Barcellona 2013, quattro medaglie europee (doppietta negli 800 e 1500 a Berlino 2014; argento negli 800 e oro nei 1500 a Debrecen 2012). Eppure: «Era un po’ che non ero così agitato prima di una gara. In testa avevo ben in mente cosa fare e c’ho provato. Sono partito sparato come al solito, ai 200 ho fatto sparire un po’ tutti tranne Sun. Ai 500 e 600 metri ho cercato di strappare ma tutte le volte che mi giravo per respirare vedevo sempre Sun Yang attaccato. Sempre lì. Mmm, non l’ho affondato. Sapevo che lui è più forte allo sprint, negli ultimi 100 metri non c’è storia, io non ce l’ho l’attacco finale. Visti i tempi fatti mi dispiace per il mio amico Gabriele Detti, avrebbe potuto lottare per una medaglia. Vorrà dire che ci divertiremo insieme alle Olimpiadi. Adesso voglio concentrarmi sui 1500: vediamo chi mi starà dietro lì».
I soliti, compreso il suo compagno di allenamento a novembre scorso a Melbourne, l’australiano Mack Horton, negli 800 di bronzo (7’44’’02). «Saremo sempre noi, sì. Ma io mi sento molto bene e i 1500 li sento più una gara mia. Quello che posso dire è che stato un onore per me gareggiare con Sun e provare a batterlo». I due si abbracciano in vasca, fuori, sul podio. Amici nemici. E Greg amico del nuoto che verrà: «Dicono che sono l’atleta a cui Federica Pellegrini cederà il testimone. Ma Fede è Fede. La più forte nuotatrice italiana di tutti i tempi. Proverò anch’io a restare sul podio per sei mondiali consecutivi, ma obiettivamente è un’impresa quasi impossibile. Lei è eccezionale e le rinnovo i complimenti per questa medaglia storica». Il discepolo del cloro italiano, con quella faccia da futuro.