Libero, 6 agosto 2015
La Lego, per correttezza politica, ha messo sul mercato anche un personaggetto su una sedia a rotelle: polemiche perché sembra un uomo anziano e quindi accredita lo stereotipo che la disabilità sia presente solo negli anziani. Non solo. La sedia a rotelle è spinta da una donna: ah, altro stereotipo. Non solo: tra i nuovi personaggetti c’è anche quello di «madre-con-bambino»
Persino il Lego. I paesi del Nord Europa sono da invidiare in tante cose, ma non in certa esasperazione della correttezza politica: nei cataloghi di giocattoli svedesi o danesi si vedono bambini (maschi) che fanno il bagnetto alle bambole e poi bambine che giocano coi soldatini. D’accordo, in Italia c’è il problema contrario, nei negozi di giocattoli la corsia «bambine» sembra un negozio di casalinghi, mentre i maschi, viceversa, sono rappresentati mentre scimmiottano i mestieri dei grandi o s’industriano con treni e macchinine e costruzioni. In Danimarca, in compenso, «l’educazione alla differenza» sta facendo pazziare tutti. La Lego, per correttezza politica, ha messo sul mercato anche un personaggetto su una sedia a rotelle: polemiche perché sembra un uomo anziano (ha i capelli grigi) e quindi accredita lo stereotipo che la disabilità sia presente solo negli anziani. Non solo. La sedia a rotelle è spinta da una donna: ah, altro stereotipo. Non solo: tra i nuovi personaggetti c’è anche quello di «madre-con-bambino». Insomma, «prosegue quello stereotipo che assegna a ciascuna una specie di predestinazione biologica», ha scritto scandalizzata una giornalista del manifesto. Da noi, in effetti, aspettando tempi migliori, a mettere il mondo i figli sono ancora le madri: portiamo ancora il fardello di questa predestinazione biologica. Ma cambierà, eh.