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 2015  agosto 05 Mercoledì calendario

Schiaffi, bastonate e urla. Il video delle torture a Saadi Gheddafi. Così la Libia senza leggi scivola inesorabilmente verso l’inferno. E la colpa è anche nostra

Il video delle torture subite da Saadi Gheddafi costituisce l’ennesima prova del caos violento imposto dalle milizie che imperano in Libia. E ricorda a noi europei che siamo corresponsabili della situazione in cui è scivolato il Paese. Nella sequenza diffusa nelle ultime ore, il 42enne terzogenito del Colonnello (estradato nel 2014 dal Niger) viene schiaffeggiato in una cella del carcere Al-Hadba a Tripoli, poi le sue caviglie sono legate ad un cavalletto di metallo e un boia barbuto lo bastona sulle piante dei piedi mentre gli grida offese e minacce. Dallo spiraglio della porta di una cella vicina si intravede un altro prigioniero in tuta verde picchiato a terra e si odono le urla.
Intendiamoci, non che Saadi sia una vittima innocente. Prima della rivoluzione nel 2011 erano tanti i libici a detestare la sua arroganza di figlio del dittatore, le sue manie calcistiche «oliate» dai petrodollari e i capricci molto simili a quelli dei rampolli di Saddam Hussein. Eppure, se paragonati all’anarchia in cui è scivolato il Paese, i vizi dell’ex dittatura appaiono oggi in una luce molto diversa. Le milizie che compongono il governo di Tripoli chiedono il riconoscimento della comunità internazionale, rifiutano le pressioni dell’Onu per la creazione di un governo di unità nazionale con il Parlamento di Tobruk. Dimenticano che, senza l’intervento della Nato quattro anni fa, oggi Gheddafi sarebbe ancora al potere. Ma intanto accusano il governo italiano di essere troppo ostile nei loro confronti e intanto lesinano la collaborazione per liberare i quattro tecnici della Bonatti rapiti. Soprattutto pretendono di essere accolti come attori politici legittimi, mentre in effetti nei loro territori imperano l’arbitrio, le violazioni dei diritti umani elementari, corruzione e criminalità. A sottolinearlo è stata la condanna a morte di Seif Al Islam una settimana fa, aggravata adesso dalla prova delle torture ai danni del fratello minore Saadi.