La Stampa, 4 agosto 2015
L’estate (senza frontiere) degli ultras. La follia dei napoletani a Nizza, ultimo caso di un inizio di stagione nera tra contestazioni, assalti, feriti, paure. Il Viminale: sempre più forti i legami con infiltrati stranieri
Ogni terreno è buono per lo scontro. Meglio se oltre confine perché, là, il biglietto non è nominativo e il Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) non vale. L’estate del pallone si macchia di contestazioni, assalti, feriti, paure: così nel giorno della prima della Roma, ko con il Gyirmot Gyor, piccola squadra della serie B ungherese, così prima di Anderlecht-Lazio (23 ultrà biancocelesti fermati), così nel quartier generale del Bologna a Castelrotto (cinghiate fra emiliani e spezzini nel parco giochi dei bambini) e, così, domenica pomeriggio, al casello autostradale di Nizza (bombe carta e lancio di sassi fra napoletani e nizzardi).
Il ruolo dei club
Il calcio della follia non va in vacanza e le istituzioni si interrogano. Quale dovrà essere il livello di allarme per la stagione alle porte? Alto, altissimo, fanno sapere dal Viminale. Da metà giugno c’è un tavolo (l’ennesimo) aperto fra i rappresentanti della pubblica sicurezza e i vertici della federazione e l’obiettivo è quello di firmare un accordo – dopo la metà di agosto – che fissi ulteriori punti da seguire, perché lo stadio torni il più possibile teatro dei sogni. Ma, sullo sfondo, c’è anche una diffidenza da sconfiggere, perché, al di là delle uscite ufficiali, i responsabili dell’ordine pubblico inseguono, da tempo, una piena collaborazione nei fatti da parte delle società sportive o degli stessi interpreti del pallone. Le nuove linee guida sono in campo già da più di un anno, da quando è terminato il lavoro della Task force del Viminale nell’aprile scorso: fra queste, la «segmentazione» delle curve per permettere una più facile individuazione dei colpevoli di cori oltraggiosi o di scritte vergognose senza colpire migliaia di tifosi chiudendo indistintamente il settore, ma anche il rafforzamento dei compiti e dei ruoli della figura del responsabile dei rapporti con la tifoseria e degli steward in genere. Risultato? Il questore di Roma ha annunciato la creazione dei «sottosettori» dell’Olimpico (gli ultrà sono in rivolta), per il resto silenzio, o quasi.
I blucerchiati e le regole
Dal Viminale si seguono con grande attenzione gli ultimi flash di violenza, soprattutto il fenomeno delle alleanze frontaliere che si sta ingigantendo a vista d’occhio. La Figc si è mossa e lo ha fatto in modo tempestivo, ad esempio, introducendo la cosiddetta norma anti-gogna ultrà: d’ora in poi, chi a fine partita si fermerà sotto la curva per subire intimidazioni, insulti o minacce rischierà un’ammenda e una squalifica. La novità è stata apprezzata al Viminale, ma, adesso, devono essere i giocatori ad essere sensibilizzati ed evitare scene che fanno il giro del mondo. I primi segnali non sono incoraggianti se è vero che la Sampdoria, praticamente al gran completo, allenatore Zenga in testa, dopo il naufragio di giovedì scorso nell’andata dei preliminari di Europa League ha pensato bene di chiedere scusa sotto il settore dove gli ultrà inveivano per la sconfitta: nessuna sanzione perché in campo europeo, ma la legittimazione di un certo modo di tifare sì.