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 2015  agosto 04 Martedì calendario

L’Italia è poco dipendente dal carbone, ma l’inquinamento è da record. Oggi, da noi, il carbone viene consumato solo dalle 12 centrali elettriche attive, oltre che da cementifici e grandi acciaierie che come l’Ilva alimentano in questo modo i loro forni. Ecco quali sono le ripercussioni del piano di Obama

«Apprezzo la scelta di Obama, ma per noi italiani quello del carbone è un problema solo residuale», dice il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Ormai, per fortuna è stata superata la stagione del cosiddetto «carbone pulito» perseguita dall’Enel di Fulvio Conti tra il 2007 e il 2013.
Oggi, in Italia, il carbone viene consumato solo dalle 12 centrali elettriche attive, oltre che da cementifici e grandi acciaierie che come l’Ilva alimentano in questo modo i loro forni. Gli ambientalisti ricordano che sono le centrali a carbone a generare più o meno il 30% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’intero sistema elettrico.
Ma secondo i dati che riferisce il ministro Galletti, dopo la chiusura dell’impianto di Vado Ligure (su cui è in corso un’indagine della magistratura che chiama in causa anche personalità di governo) il carbone rappresenta attualmente solo il 7 per cento circa delle emissioni totali di CO2. «I nostri problemi sono ben altri – spiega Galletti – ovvero i trasporti e il civile, che pesano insieme circa il 66% delle emissioni. E bene ha fatto Obama a imitare l’Europa, che ormai ha deciso di ridurre sempre più la sua dipendenza dal carbone».
Impianti inquinanti
In realtà anche per l’Italia c’è ancora molto da fare sul versante del carbone. Intanto perché anche se parliamo di un numero ristretto di impianti, bisogna ricordare che si tratta di giganteschi colossi industriali che bruciano letteralmente milioni di tonnellate di minerale l’anno. E anche se negli ultimi anni sono stati fatti progressi nel controllo delle polveri e delle emissioni, secondo tutte le indagini più accreditate (Ispra, Istituto Superiore di Sanità, Agenzia Europea dell’Ambiente) gli impianti a carbone si aggiudicano sistematicamente la poco gloriosa palma dei record di inquinamento e di malattie per le popolazioni circostanti. Parliamo di emissioni di anidride carbonica, che produce effetto serra. Ma anche di anidride solforosa, ossidi di zolfo e di azoto; di particolato, cioè di polveri finissime disperse nell’aria; di metalli come il mercurio, di arsenico, cromo e cadmio. Tutte sostanze dannosissime, con effetti molto seri (tumori, morbilità e mortalità, problemi respiratori) su cui la scienza non ha ormai più dubbi.
Imitare l’America
E qui, secondo le organizzazioni ambientaliste, il governo italiano e il ministro Gian Luca Galletti hanno grandi responsabilità e molto lavoro da compiere.
Ad esempio cominciando a imitare davvero il presidente Obama, che nel suo «Clean Power Plan» stabilisce per ogni centrale a carbone degli standard vincolanti di performance per le emissioni, i cosiddetti Eps. Secondo Maria Grazia Midulla, responsabile Clima & energia del Wwf Italia, «proprio in occasione degli Stati Generali sul Clima convocati dal governo italiano abbiamo invitato il presidente Renzi ad adottare Eps per le emissioni di CO2 per le centrali italiane. Perché in Italia continuiamo a usare questo combustibile sporco e dannoso, pur dicendo di voler fare altro».